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Una gita in Alsazia


La città di Colmar.

Visto che un mio amico era curioso, e che non ho un cazzo da fare, vi racconto una delle esperienze più bizzarre della mia vita.

Siccome me ne succede una al minuto questa è solo in mezzo alla tante, ma ci ho sempre avuto un particolare legame.

Non ricordo l'anno, sono vecchio e perdo colpi, ma con la scuola ci ritroviamo in gita in Alsazia.

Il perché una classe, che non ha un corso di francese, va in Francia in gita è un mistero ancora irrisolto.

Un po' come il perché il nucleo della terra è magnetico o perché Trapattoni non convocò Baggio.

Ma andiamo avanti.

Non contenti di averci portati in Francia, senza motivo, ci portano a visitare un posto chiamato Colmar.

Premessa: a me oggi l'Alsazia piace un sacco, adoro Strasburgo e mi girerei tutti i paesi in auto con vero piacere.

Ma a sedici anni Colmar mi sembrava la Capracotta di Francia e non era tra i miei interessi primari visitarla.

Anyway, invece di fare il bravo studente mi metto a cazzeggiare con un amico e cazzeggia qua, cazzeggia là, facciamo la foto qua e là ci rendiamo conto di essere soli.

Premessa due: i cellulari c'erano, ma mica come oggi. I messaggi non partivano e io non ero di certo l'abile french speaker di oggi, tra l'altro l'unico poliziotto che riusciamo a beccare parla pure tedesco, ma fortunatamente ci dà indicazioni chiarissime.

Che non capiamo e finiamo quindi per il girare a caso per il centro storico, beccando un altro ragazzo che si era perso pure lui.

Ci si avvicina un ragazzo tunisino che fa il cameriere in un ristorante italiano. Era quasi più facile capire il poliziotto tedesco, ma apprezziamo lo sforzo.

Mi vedo già in una nuova vita lì, a suonare l'arpa come Remi con Salvatore come scimmietta, ma avviene il miracolo.

Sul telefono, non mi ricordo di chi, arriva un messaggio che ci dice dove raggiungere gli altri.

Siamo salvi!

Per sicurezza decido di imparare il francese.


Ciro Scognamiglio

 

Fonte: https://www.facebook.com/, 9 aprile 2020.

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