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Il viaggio della riconoscenza



Un ex prigioniero di guerra neozelandese è tornato a Capracotta a rivisitare i luoghi dove trovò rifugio durante la Seconda Guerra Mondiale.

È noto che nei giorni immediatamente seguenti all'Armistizio dell'8 settembre 1943 innumerevoli prigionieri di guerra alleati, fuggiti, approfittando della confusione, dal campo di concentramento di Fonte d'Amore di Sulmona, vagavano per la campagna abruzzese e molisana cercando di ricongiungersi alle truppe alleate che stavano rapidamente risalendo la Penisola. Nel loro vagabondare e nel nascondersi ai Tedeschi essi furono spesso aiutati e sfamati dai contadini italiani che divisero con loro il poco che avevano benché minacciati di morte da un'ordinanza tedesca.

È anche noto come a Capracotta il 4 novembre 1943 ciò portò alla fucilazione dei fratelli Rodolfo e Gasperino Fiadino la cui unica colpa era, appunto, quella di aver sfamato, per carità cristiana, alcuni prigionieri alleati.

Dopo 56 anni, il 20 ottobre 1999, si è presentato a Capracotta un arzillo signore di 81 anni, Francis "Bill" Parker, accompagnato da due dei suoi sei figli, Francis jr e Lindsay. Ha esordito, lasciandoci per qualche momento impietriti, dicendo: «Io sono la causa della morte dei fratelli Fiadino, prima di morire dovevo tornare qui a rendere loro omaggio».

Passato il primo momento di stupore, abbiamo trascorso insieme a lui quasi un'intera giornata. Ci ha raccontato di essere neozelandese e di aver trovato ospitalità, con altri sette connazionali, presso i Fiadino dopo essere fuggiti da Sulmona nel settembre del 1943. I particolari narrati corrispondono a quanto era già noto a Capracotta su quei tragici fatti. Ha lasciato al Comune una prima memoria scritta con l'impegno di ampliarla successivamente con altri particolari.

Ha voluto visitare la tomba dei Fiadino ed il luogo della loro esecuzione. Ha voluto rivedere la loro masseria e ripercorrere, benché le sue gambe fossero alquanto malferme, il sentiero che porta ad un capanno in pietra che fu il suo rifugio da fuggiasco nell'Italia occupata dai Tedeschi. Quello stesso sentiero che tante volte aveva percorso per andare incontro alle donne dei Fiadino che per quella strada portavano loro quotidianamente da mangiare, quello stesso sentiero percorso tra le urla, i calci e la disperazione di quella notte che lo vide, insieme ai suoi benefattori, di nuovo prigioniero dei Tedeschi. Ha affrontato un viaggio di oltre 15 mila chilometri durato più di 23 ore di volo per sciogliere un voto di riconoscenza nel suo cuore tornando a rendere omaggio alla terra ed alla gente che più di altri lo aveva aiutato in un triste frangente della sua vita.

Molti ex prigionieri sono tornati in Italia dopo la guerra e sono rimasti legati ai loro benefattori. Molti episodi sono stati da loro trascritti in memorie che, a volte, sono anche dei piccoli capolavori letterari. Altri hanno addirittura costituito delle fondazioni che ancora oggi cercano di ricambiare l'aiuto ricevuto offrendo stages nei Paesi anglofoni, per l'apprendimento della lingua inglese, ai discendenti dei loro benefattori. Tutti gesti che dovrebbero far ben riflettere e meditare le generazioni che hanno avuto la fortuna di non conoscere direttamente la guerra, che non sono state da essa segnate nell'animo e che vivono un'epoca ed in Nazioni libere grazie al sacrificio di chi li ha preceduti.

Grazie, Bill. Grazie per essere tornato, da uomo libero, in questi luoghi. Grazie per la grande lezione di vita che ci hai dato. In un racconto di uno scrittore russo si legge di un giovane che appena arrivato in Paradiso è colpito dall'avvenenza di due donzelle, una bionda e l'altra bruna, che vanno liete a braccetto. Gli sembra di averle già incontrate sulla Terra ma non rammenta dove e chi fossero. Il suo Angelo Custode, meravigliato, gli ricorda che la prima è la Generosità e l'altra la Riconoscenza. «Ora le riconosco – esulta il giovane – ma è la prima volta che le vedo andare insieme!».

Sul quel sentiero percorso oggi con l'incedere ansimante di un vecchio e calpestato tanto tempo fa con il vigore della gioventù, la Generosità e la Riconoscenza si sono incontrate ed hanno fatto, anche sulla Terra, un pezzo di strada insieme.

Bill Parker è morto nell'agosto del 2000.


Fernando Di Nucci

 

Fonte: http://www.capracotta.com/, novembre 1999.

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