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Le memorie pastorali di Capracotta


Fonte del Forno
La fonte del Forno, in territorio di Capracotta (foto: C. Finocchietti).

Capracotta è un paradiso dell'escursionismo. Questi invitanti Campi Elisi d'altura hanno visto transitare nei secoli i guerrieri sanniti e carecini, i pastori transumanti, i prigionieri di guerra in fuga, gli emigranti e gli inurbati di ritorno e oggi gli sciatori e i fondisti, i naturalisti e i forestali, i pellegrini, i trekker e gli amanti delle passeggiate in solitudine. I motivi di attrazione di questo paese, che con i suoi 1.416 metri di quota è uno dei più alti d'Italia, sono numerosi: il bosco degli abeti soprani e le rilassanti distese di abetine, Prato Gentile e l'eremo di San Luca, il monte Capraro e il monte Campo, il giardino della flora appenninica, il parco fluviale e le fonti del Verrino, le ciclopiche cinte murarie sannitiche, le antiche fonderie del rame, le sorgenti dell'acqua zolfa, le masserie e i fontanili. La panoramica passeggiata che proponiamo va alla scoperta delle vestigia pastorali di Capracotta. Alle pendici del monte San Nicola si riconoscono i resti di una piccola cittadella agro-pastorale, con i suoi recinti, i campi coltivati a legumi di montagna, gli stazzi e le capanne in pietra a secco, le sorgenti e i fontanili. Passava di qui il tratturello che lasciava l'Ateleta-Biferno e saliva a Castel del Giudice e a Capracotta, intercettando così un ampio comprensorio di pascoli estivi. Le greggi transumanti proseguivano poi lungo la valle del Verrino, toccavano Agnone e Poggio Sannita e confluivano nel grande tratturo Celano-Foggia al ponte di Sprondàsino sul fiume Trigno.

 

Itinerario

Lo scenario della passeggiata è l'ampio declivio che dalla cresta tra il monte Campo (m. 1.746) e l'elegante profilo del monte San Nicola (m. 1.517) scende verso la strada Capracotta-Agnone e la valle del Verrino. Punto di partenza può essere il Caseificio San Nicola, localizzato a 3 km. da Capracotta sulla strada che scende ad Agnone; oppure lo slargo che s'incontra 700 metri più avanti, comodo per parcheggiare. In entrambi i casi ci s'innalza dolcemente sugli antichi tratturi inerbati e in parte lastricati che solcano magnifici pascoli frequentati ancor'oggi da greggi di pecore e mandrie di vitelli. Il percorso di salita può avere come riferimento i triangoli gialli del metanodotto Snam che punta alla base della parete rocciosa del monte San Nicola. Recinzioni e muretti di pietre fanno da quinte alle numerose capanne in pietra a secco che costellano il percorso. Alcune capanne sono inserite nei tratti rialzati dei macereti di pietrame. Altre sono poste a guardia dei recinti e degli stazzi. L'occhio si esercita subito a scovarle e a cercarne gli ingressi architravati e mimetizzati tra gli ammassi di pietre. Più in alto si ritrovano anche muraglioni di pietre e rocce, resti di mura sannitiche e medievali. Si raggiunge infine il valico del San Nicola (m. 1.446), punto di massima depressione della cresta e snodo di sentieri. Il guado invita a dedicare tutto il tempo necessario all'osservazione dei magnifici panorami dei due versanti: a nord, la Maiella, la valle del Sangro, i paesi dell'alto Vastese, la lunga cresta del monte Castel Fraiano segnato dall'interminabile rosario delle pale della centrale eolica; sul versante molisano lo sguardo segue invece le valli del Verrino e del Trigno con i profili dei paesi che si rincorrono dall'alto Molise fino ai monti del Matese.

In discesa conviene seguire inizialmente il percorso diretto che fiancheggia le rocce e gli sgrottamenti del San Nicola. L'obiettivo è il bellissimo trullo, la capanna a tholos che troneggia pochi metri sopra la fonte del Forno (m. 1.356), restaurata nel 2005. Dalla fonte conviene ora tagliare il versante in quota, seguendo in discesa i viottoli scavati dai bovini che portano a un container rosso, ben visibile, e alla sede estiva di un'azienda zootecnica (produzione biologica di carne e latte). Lungo il percorso potremo osservare il recinto di pietra di uno stazzo discretamente conservato e la base della vicina capanna di pietra. Raggiunte le strutture dell'azienda zootecnica non resta che seguire la sterrata che scende verso la poco trafficata provinciale Agnone-Capracotta. Il percorso sull'asfalto non è troppo noioso e consente anzi di ammirare un'ultima capanna di pietra sul fianco della strada, quasi una piccola casa cantoniera. Occorrono 700 metri per tornare al parcheggio o 1,4 km. se si è partiti dal caseificio San Nicola.


Carlo Finocchietti

 
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