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Mio padre si chiamava Ignazio


Ignazio Vasapollo (1913-1981).

1944

A parte la notizia precedente, non ho reperito altre informazioni sul primo quadrimestre del 1944.

Poiché nei mesi di aprile-maggio del 1944 dai Comandi anglo-americani giunge l'autorizzazione al ritorno in patria della maggior parte delle unità italiane, il 2 maggio Ignazio si imbarca a Porto Vecchio, come riportato dal foglio matricolare, rimpatriando a Nisida da dove viene poi trasferito a Pozzuoli per partecipare alla Guerra di Liberazione.

È il periodo dell'ultima battaglia di Cassino e della grande offensiva finale che vide il 18 maggio lo sfondamento della Linea Gustav e il termine delle operazioni belliche nel Cassinate. Secondo il foglio matricolare, il 19 Ignazio viene inviato con la sua compagnia a Cassino, dove molto probabilmente è inquadrato nelle attività ausiliarie della 228ª Divisione necessarie ai lavori postbellici nell'area.

Durante l'intero anno reparti ausiliari della 228ª Divisione assolsero essenzialmente i seguenti compiti: carico e scarico di materiale vario; lavori di manutenzione stradale; sgombero macerie; bonifica antimalarica. I lavori furono condotti il più delle volte ad immediato ridosso della fronte e talvolta anche in prima linea. Nei mesi di aprile e di maggio numerosi militari del raggruppamento furono impiegati nei pressi di Cassino come portatori, in sostituzione delle salmerie, le quali, per la particolare difficile conformazione del terreno, non potevano arrivare a rifornire i posti più avanzati. Quei nostri soldati lavorarono nottetempo, in condizioni meteorologiche avverse, sotto il violento fuoco del nemico. Le perdite da essi subite furono notevoli. [Lollio, 1977]

Nel mese di giugno, nella 228ª Divisione venne costituito e inquadrato il CMXX battaglione misto genio, a seguito dell'afflusso - in successione di tempi - di minori reparti di varie specializzazioni dell'Arma (artieri, telegrafisti, posacavi). È molto probabile che la compagnia di mio padre fosse entrata a fare parte di tale battaglione.

La cronologia degli eventi riportata da mio padre nelle sue note è molto confusa con errori anche dell'ordine di un anno. Ciò che probabilmente c'è di corretto sono le località da lui toccate nei 40 giorni che vanno dal 19 maggio al 28 giugno 1944: Cassino, Capracotta, in provincia di Isernia (Molise), e Perugia.

Il 29 giugno, mio padre viene inviato in licenza straordinaria di 15+4 giorni, licenza che il 17 luglio gli viene prorogata di 10 giorni dal Comando del Presidio Militare di Vibo Valentia per imprecisati motivi. In questo periodo è probabile che venga concepito Francesco nato nel gennaio seguente.

Il 30 luglio Ignazio rientra al Comando Tappa di Napoli e a seguire non abbiamo notizie fino al 21 novembre, allorquando, secondo il foglio matricolare, viene inviato ad Ancona per raggiungere la 29ª Compagnia Artieri. Durante il trasferimento giunge due giorni dopo al Campo Transito P.M. 185 e il 26 al Comando Tappa 254. Non ho trovato notizia dove tali presidi si trovassero, uno di essi probabilmente a Jesi.

Al C.T. 254 Ignazio resta fino al 13 dicembre allorquando riparte per Ancona giungendovi, non si sa con quali mezzi, tre giorni dopo.

Nel capoluogo marchigiano, non trovando la 29ª Compagnia rientra al proprio domicilio, venendo così dichiarato assente arbitrario nel foglio matricolare.

D'altronde proprio in quel periodo disorientamenti e sbandamenti nelle truppe erano all'ordine del giorno.

L'obbligo di ripresentarsi alle armi dei militari delle classi dal 1914 (che era quella di mio padre) al 1924 disposto dal governo Bonomi con la circolare del 23 settembre 1944, diede risultati disastrosi: si diffuse un rifiuto di obbedienza di massa con sommosse in Sicilia e violente manifestazioni contro gli arruolamenti anche in Puglia, Sardegna, Calabria, Lazio, Campania e Umbria. Gli assenti e gli sbandati oscillarono tra gli 80.000 uomini del novembre 1944 e i 200.000 del gennaio 1945.


Nazzareno Vasapollo

 

Fonte: N. Vasapollo, Mio padre si chiamava Ignazio. Storia di un uomo, storia di un soldato, Fuseta 2020.

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