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Mons. Francesco Baccari, capracottese e vescovo della diocesi di Telese


La Chiesa Cattedrale di Cerreto Sannita.

Forse non molti sanno che a Capracotta abbia dato onore una famiglia che, oggi, non ha più rappresentanti residenti in paese, pertanto poco conosciuta ai più. Mi riferisco ai Baccari, che ha dato alla Chiesa cattolica non uno, bensì due fratelli diventati vescovi: Nunzio, che è stato presule di Bojano a partire dal 1718 e anche vicegerente di Roma sotto il pontificato di Benedetto XIII, e Francesco, ordinato vescovo sotto il pontificato di Innocenzo XIII. Costui, nato a Capracotta nel 1673, fu ordinato vescovo il 18 gennaio 1722 per prendere possesso della cattedra episcopale di Telese o Cerreto lasciata vacante dalla morte di mons. Gambaro. Il vescovo Francesco si insediò sulla cattedra telesina o cerretese il 23 marzo 1722. Ma lasciamo che sia Giovanni Rossi, che ha scritto un catalogo dei vescovi di Telese nel 1827, a dare le sue considerazioni su mons. Baccari, i suoi fedeli e lo zelo profuso nel suo periodo episcopale:

Grandi cose egli fece ne' 14 anni del suo governo. Presentatosi al suo gregge, qual perfetto modello di vero Sacro Pastore; colle sue virtù, colla sua profonda dottrina, colla sua integrità di vita, col suo zelo paterno, e colla sua consumata prudenza si mostrò sempre instancabile ristauratore della Religione, e della disciplina, forte sostegno del Santuario, temuto flagello del vizio, fermo protettore della giustizia, vindice acerrimo dell'innocenza. La nuova Chiesa Cattedrale a lui dee la sua vaga e grandiosa esistenza, avendola su bel disegno portata a compimento, e quindi ristaurata, e presso che riedificata in poco tempo da capo, tosto che per alcuni difetti dell'arte nella costruzione dei pilastri la vide imprevedutamente crollare (precisamente il 29 settembre 1727). Ottenne a tal uopo un sussidio dal S.P. Benedetto XIII, ch'erasi nel 1729 recato di persona nella sua Chiesa Metropolitana di Benevento per celebrarvi il Concilio Provinciale, cui si degnò presedere. Ottenne pur ivi dallo stesso S. P. la conferma della traslazione della Chiesa Cattedrale in Cerreto (da Telese). Altre Chiese della Città, e diocesi a lui debbono il loro splendore. Quella del SS. Nome di Dio in S. Lorenzo Maggiore fu da lui consacrata. Fe' rispettare da tutti la Religione, e la dignità Episcopale, del cui decoro fu rigido mantenitore: e dopo aver edificato il Clero e il popolo a lui soggetto colla voce e coll'esempio; chiuse la sua gloriosa carriera nel dì 23 Maggio del 1736. Venne sepolto il suo cadavere in luogo di deposito nella Chiesa di S. Antonio, presso a quello del suo Predecessore Monsignor De Bellis.

I suoi resti mortali successivamente, precisamente il 3 novembre 1740, furono traslati nella sepoltura dei vescovi della nuova Cattedrale. Nonostante fosse preso dalla nuova costruzione, tuttavia non trascurò di continuare quella del seminario. Dalla sua "Relazione ad limina" del 1724 si apprende che era riuscito a far entrare in seminario 20 alunni (il seminario però poteva ospitarne anche 30), creando un Ginnasio ed estendendo i corsi di studio alle discipline teologiche, di scrittura e giuridiche sia pure in maniera piuttosto approssimata. Emanò anche un editto con il quale proclamava che chiunque desiderava ascendere agli ordini sacri doveva frequentare per un certo periodo il seminario. Nota negativa: non poté accettare seminaristi indigenti, dal momento che, come affermato nella Relazione del 1731, aveva devoluto alla costruzione della cattedrale le rendite del seminario ammontanti a circa 250 ducati annui (sono quelli napoletani), mentre fece entrare, come si evince dalla Relazione del 1734, quelli che potevano provvedere a pagare le spese del vitto e dell'alloggio.

Cerreto Sannita è stato teatro di un terremoto nel 1688 che l'aveva completamente rasa al suolo. Negli anni successivi, su volere di Marzio Carafa, signore di Cerreto, la ricostruzione, improntata su tecniche antisismiche del tempo, iniziò subito per poter dare al più presto alla cittadina ed ai suoi abitanti l'antico splendore. Perciò, anche il desiderio della Chiesa locale di poter allestire una cattedrale degna del suo prestigio.

Il suo nome è inoltre legato alla consacrazione nell'aprile del 1726 della chiesa dello Spirito Santo e Santa Maria Mater Christi del monastero delle clarisse in Cerreto Sannita (oggi delle suore del Buono e Perpetuo Soccorso). Il rapporto con il vescovo Nunzio Baccari, che era vescovo di Bojano, non solo era improntato sulla fratellanza familiare, ma anche sulla stima e collaborazione ecclesiale in quanto il vescovo Francesco fu chiamato dal fratello il 3 maggio del 1726 a consacrare l'altare dedicato alla Madonna del Riposo della chiesa di S. Cristina in Sepino e poi il 1 novembre 1730 a consacrare la chiesa di S. Maria Vergine Assunta in Ferrazzano. Non molto di più si può sapere su questo non conosciuto concittadino capracottese, ma quanto basta per poter sicuramente apprezzarlo per ciò che ha fatto e per come sia stato stimato nell'ambito ecclesiale.


Sebastiano Paglione

 

Fonte: S. Paglione, Mons. Francesco Baccari, capracottese e vescovo della diocesi di Telese o Cerreto, in «Voria», V:1, Capracotta, dicembre 2011.

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