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Il monumento all'Emigrante



È stata una festa meravigliosa. Tutto il paese s'è stretto attorno ai sessanta emigranti giunti dagli Stati Uniti, dal Canada e da altri paesi europei per partecipare alla inaugurazione del monumento e salutare con un applauso caloroso ed interminabile i bronzi dedicati agli emigranti capracottesi sistemati in un angolo della pinetina di fronte al Santuario della Madonna di Loreto. Il tutto s'è concretizzato intorno alle ore 13:00 alla presenza delle massime autorità politiche, militari e religiose: il cardinale degli Stati Uniti Bernard Francis Law, il vescovo della Diocesi di Trivento Domenico Scotti, il sindaco di Burlington (U.S.A.) Darlene Scocca Comegno, il viceconsole americano, il presidente della Regione Molise Michele Iorio, l'assessore regionale Angelo Iapaolo, naturalmente il sindaco di Capracotta Antonio Monaco, tutti gli amministratori locali e il parroco don Elio Venditti.

Subito dopo l'inaugurazione e la benedizione del manufatto ci sono stati gli interventi del sindaco Antonio Monaco, del sindaco di Burlington Darlene Scocca Comegno, del viceconsole americano, di Joseph Paglione, promotore di questo monumento a Capracotta, e del presidente della Regione Molise Michele Iorio. In particolare il sindaco ha rivolto parole di ringraziamento ai capracottesi d'America precisando così la sua gratitudine: «Intendo ringraziare i nostri emigranti, i nostri concittadini che vivono e lavorano con prosperità in ogni parte del mondo. Essi hanno contribuito alla crescita economica e sociale dei paesi che li hanno accolti e, sempre loro, con il ricordo sempre vivo che portano nei loro cuori della terra natia, oggi hanno voluto questa cerimonia che ha portato all'inaugurazione del monumento all'emigrante. L'iniziativa partita dal comitato "capracottesi nel mondo" oggi raggiunge il proprio obiettivo e tutta la comunità capracottese ne è fiera».

Molto commovente anche l'intervento di Joseph Paglione che ha comunicato sia in lingua inglese sia in lingua italiana il significato di questo monumento e la gioia di vivere questo momento di festa con tutta la comunità di Capracotta. Ha chiuso gli interventi Gabriele Mosca con la declamazione di una sua poesia in dialetto capracottese intitolata "Annieànde alla Madonna". Come previsto dal programma sono seguite altre due cerimonie dedicate entrambe alla intitolazione di due strade cittadine. La prima, e cioè quel tratto di strada che va dalla Madonna di Loreto all'ingresso del paese, è stata chiamata viale dell'Emigrante. La seconda, e cioè quella strada che fiancheggia l'ex area Pioppi e gira intorno alle villette di recente costruzione, è stata dedicata a Giovanni Paolo II. La festa è proseguita in serata con l'esibizione musicale nella Chiesa Madre del concerto bandistico Città di Lanciano che ha allietato la serata con la Traviata e la Norma.

Queste tre manifestazioni, va ricordato, sono state solo l'epilogo di un nutrito programma di festeggiamenti e di onoranze riservate ai nostri compaesani d'America.

Infatti dopo la suggestiva accoglienza, nella mattinata di venerdì 7, del pullman degli emigranti, provenienti dall'aeroporto di Roma, in prossimità del paese in zona Fonticelle con lo spazzaneve, in serata, nella palestra comunale c'è stata la festa di benvenuto all'Emigrante. È stata una serata eccezionale con centinaia di capracottesi in festa ad applaudire e ad abbracciare i cari americani. Particolarmente commossa Darlene Scocca Comegno che, prima del suo intervento, non ha nascosto l'emozione, lasciandosi cadere alcune lacrime sul suo gioioso viso. Dopo gli interventi del sindaco Antonio Monaco, del sindaco Darlene Scocca Comegno e di Joseph Paglione si è dato il via al buffet. Un ricco menù a base di antipasto, primi piatti e dolci, tutti pietanze preparate nel rispetto delle ricette paesane e con materia prima locale.

Come da tradizione non poteva mancare la musica. S'è iniziato con alcuni canti capracottesi. Un improvvisato gruppo canoro composto da compaesani e accompagnati dalla fisarmonica di don Ninotto Di Lorenzo ha cantato "Ru spazzaneve", il famoso brano composto da don Gennaro Di Nucci in onore del Clipper inviato dagli americani nel 1950, mentre il canadese Armando Bonfiglio ha cantato due suoi brani uno dedicato alla Madonna di Loreto ("Festa a Capracotta") e l'altro all'emigrante ("Noi emigranti"). Subito dopo la bacchetta è passata al gruppo musicale "Ballando sotto le stelle" che, coinvolgendo tutti i presenti con danze popolari, ha allietato la serata sino a tarda notte. La notte è passata tranquilla.

Sabato 8 mattina ancora un incontro con gli emigranti. Questa volta, però, l'appuntamento è stato nei locali del Comune. I compaesani alla spicciolata sono arrivati in piazza Falconi. Verso le nove e trenta è arrivato il Vescovo di Trivento Domenico Scotti. Verso le dieci è arrivato il cardinale americano Bernard Francis Law. A fare gli onori di casa il parroco don Elio Venditti e il sindaco Antonio Monaco. Dopo pochi minuti è iniziata la cerimonia vera e propria. Schierati di fronte alle lapidi poste all'ingresso del Municipio, si è proceduto alla commemorazione dei caduti in guerra dei capracottesi con l'Inno Nazionale e quello de "Il Piave", eseguiti dal concerto bandistico Città di Lanciano. Con in testa il sindaco, il corteo, poi, ha raggiunto la sala consiliare del Comune per l'incontro ufficiale tra i rappresentanti delle istituzioni e gli emigrati.

In ricordo di questo straordinario evento il sindaco Monaco ha donato al cardinale Law, al vescovo Scotti e al viceconsole americano un bassorilievo raffigurante lo stemma di Capracotta e a Joseph Paglione e alla Darlene Scocca Comegno un attestato di stima e di ringraziamento. Dal canto loro i graditi ospiti hanno ricambiato l'offerta con affettuose dediche riportate sul "Libro delle memorie" depositato in Comune.

Joseph Paglione ha scritto: «È un giorno grandissimo e indimenticabile per tutti i cittadini capracottesi e tutti noi nel mondo per l'occasione del monumento che, oggi, ci ha riuniti e, contemporaneamente, ci ha ricollegati. Facendo questo noi lo facciamo anche per le future generazioni». Degno di nota anche il gesto di don Carmelo Sciullo che ha voluto donare al Comune la bandiera argentina che gli fu donata per meriti religiosi dalle autorità argentine a fine della missione svolta in quel paese.

Dopo le foto ricordo ci si è incamminati verso la Madonnina per la celebrazione della Santa Messa. Il corteo accompagnato dal concerto bandistico di Lanciano ha percorso a piedi l'intero tragitto. La bella giornata, anche se fresca, ha consentito la passeggiata senza difficoltà. Alle ore 11:00 è stata celebrata la Santa Messa dal cardinale Francis Bernard Law assistito dal vescovo Scotti e dal parroco don Elio Venditti. Presenti sull'altare anche i sacerdoti don Carmelo Sciullo, don Alberto Conti, don Nicola Perrella, don Michele e don Ninotto Di Lorenzo. Ha accompagnato la celebrazione il coro "Il Principalone" che, in chiusura della cerimonia religiosa, ha intonato due brani dedicati alla Madonna di Loreto e musicati dal bravo compaesano prof. Vincenzo Sanità. Dopo la Santa Messa le autorità e tutti i cittadini poi hanno raggiunto il monumento per l'inaugurazione dei bronzi.

Il monumento, già nelle prime ore del pomeriggio del giorno dell'inaugurazione, è stato meta turistica dei primi curiosi accorsi per ammirare ed apprezzare il manufatto. Tutti positivi i commenti sul valore artistico dell'opera e sulla simbologia adottata dallo scultore Di Campli per rappresentare il fenomeno migratorio registratosi nei primi anni del 1900 e continuato nella seconda metà del secolo scorso a Capracotta e nel resto d'Italia: «Quel monumento è il simbolo di tutti capracottesi, hanno dichiarato in molti, che volenti o nolenti hanno dovuto abbandonare Capracotta per cercare fortuna in altri nazioni e in altri paesi».

Questo, probabilmente, è il suo valore intrinseco che ha emozionato e fatto riflettere tutti, americani e non. Per questo motivo diciamo ai compaesani americani grazie per la vostra iniziativa. Ci avete ricordato che siamo in tanti ad avere emigrato ma ci avete ricordato anche che le nostre radici sono sempre lì a Capracotta. Nessuno le ha dimenticate e le dimenticherà. Ci auguriamo che questa "capracottesità" produca la linfa necessaria per il futuro di Capracotta.


Matteo Di Rienzo

 
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