top of page

Il poeta Geremia Carugno



(Agnone, 10 dicembre 1923 - 28 agosto 2007) 

 

Don Geremia Carugno nacque in Agnone e, dopo gli studi ginnasiali presso il Seminario di Trivento e quelli liceali e teologici nel regionale di Chieti, venne ordinato presbitero da mons. Epimenio Giannico l'11 luglio 1948. Dopo una lunga e fruttuosa esperienza di padre spirituale, si laureò anche in Teologia e nel 1967 fu nominato parroco di S. Maria Assunta in Cielo a Capracotta, paese natio di suo padre Arturo.

Nel 2000 diede le dimissioni dalla parrocchia per ritirarsi a vita privata, amorevolmente assistito dalla sorella Edelia. Morì un anno prima di celebrare il sessantesimo anniversario di sacerdozio, lui che, fin dagli inizi del lunghissimo e fecondo servizio sacerdotale, per oltre quindici anni era stato padre spirituale del Seminario vescovile di Trivento.

Ma, oltre a parroco ed insegnante, Geremia Carugno è stato anche un validissimo scrittore, pittore, poeta nonché vignettista. La sua prima opera, di natura didattica, è il bellissimo manuale di meditazioni "Duc in altum", adottato negli anni Sessanta in molti seminari minori italiani. Ma solo nel 1963 giunse a pubblicare la prima silloge poetica, "Petali", per l'editore Sammartino di Agnone, contenente ben 91 poesie, tutte splendide, dedicate alla memoria della madre Rosa D'Agnillo.

Tra manuali di catechesi e saggi brevi di storia locale, Carugno ritornò alla poesia nel 1981 con "Le rose di Gerico", realizzato in occasione del disastroso terremoto dell'Irpinia, ed infine nel 1993 con "L'arcobaleno", contenente appena venti composizioni.

Don Alberto Conti, parroco di Castelguidone e direttore della Caritas triventina, afferma che «don Geremia scriveva le sue poesie nelle lunghe notti invernali, quando a Capracotta la neve e la bufera fanno sentire più aspra la solitudine, la paura ti assale e ti entra nella vita. Don Geremia, solo nella sua casa canonica, attigua alla maestosa Chiesa Madre di Capracotta, superava il suo deserto con la preghiera che spesso traduceva in versi, pensando a chi viveva nel dolore e nella solitudine».

La scrittrice torinese Fede Vaira, che ha curato la prefazione di "Petali", scrisse invece che «la sua poetica appassionata rivela accenti di una chiarezza e di una forza che sono a volte come richiami solleciti al cuore di quegli uomini ancora volutamente sordi ai vecchi accenti immutabili della bontà generosa e dell'altruismo ed inspiegabilmente indifferenti alle ricchezze dello spirito, pur comprensivo delle bellezze della natura e del Creato [...] Leggendo Carugno si leggono liriche dallo stile incisivo e tuttavia non prive di una certa delicatezza di toni e di espressioni ma soprattutto si leggono delle antiche verità che tanto è necessario rammentare oggi».

Così ho preso quattro poesie di don Geremia, pubblicate tra il 1963 e il 1993, rappresentative del suo spirito cristiano e della vastità della sua cultura, e le presento qui di seguito: "Tempo ed eternità", "In un paese del Sud", "Pane per tutti" e "Capracotta - Ricordo".


Francesco Mendozzi

 

Fonte: F. Mendozzi, Prima antologia di poeti capracottesi, Youcanprint, Lecce 2023.

bottom of page