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Polvere di cantoria


La cantoria della Chiesa Madre (foto: A. Mendozzi).

Non la vedi ma è lì.

Nel silenzio esalta il raggio di sole che dalle grandi finestre corre a far brillare le dorature lignee nel loro abbraccio con le canne argentine.

È testimone del passaggio dei secoli e si diverte a sporcare le labbra e le mani degli artigiani che fanno rivivere le note del tempo. Ha visto allievi con le mani incerte e maestri sereni. Davanti a lei la scienza si lega all'arte e lo spirito si fa armonia. Si agita nel forte generale e si quieta nelle sonorità tenui che invitano alla meditazione e, per chi crede, alla preghiera. Vive nel respiro incessante dei mantici e, quando tutto ormai tace, aspetta che il vento diventi, ancora una volta, musica.

Ha visto la luce di speranza brillare negli occhi di tanti artisti ed è stata incolpata per un suo granello tramutatosi in lacrima.

Si è mescolata alle volute di incenso e al profumo degli spartiti.

È polvere, solo polvere, null'altro che polvere... ma polvere di cantoria...


Francesco Di Nardo

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