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Polvere di cantoria... a trazione integrale


Capracotta Clipper
Il museo del Clipper nella neve.

Fin dalla preadolescenza ho sempre amato i climi nevosi e tipicamente nordici. Specialmente camminare anche da solo quando nel freddo silenzio la nebbia si fonde con la neve che cade e le luci del giorno cominciano a spegnersi (mai preteso di essere una persona normale, ma questo lo sapete già!).

Ed ecco allora la semioscurità che viene squarciata da dei potenti raggi di luce mentre un bagliore rossastro mostra una scritta lampeggiante: "Stop! Stop! Stop!" in alto, tra quattro fari accecanti. E, nel rombo di un motore, la neve velocemente si apre come spinta dalla prua nera di un transatlantico e delle trombe marine ne annunciano il passaggio come un maggiordomo alla porta: "Signori... il Padreterno!".

Il Clipper! Il Capracotta-Clipper!

Poi il silenzio... come se fosse stata una visione... ma la neve aperta ai lati della carreggiata che resta bianca e lucida e le impronte tipiche delle catene dal caratteristico profilo del battistrada a losanga testimoniano il passaggio di un pezzo della nostra Storia.

Certo conosciamo tutto della vita del nostro amato Clipper, anzi, del Walter Snow Fighter, il "Guerriero della Neve", di come venne acquistato e portato sui nostri monti. Ma cosa sappiamo delle sue origini, di dove e come venne costruito? Facciamolo insieme...

Giunto dalla Svizzera negli U.S.A. William Walter si dedicò fin dal 1898 alla costruzione di automobili, fondando nel 1904 a New York una prima casa costruttrice spostandola poi a Trenton, nel New Jersey. La fabbrica cessò le attività nel 1909 quando Walter si dedicò alla realizzazione di automezzi pesanti, da 1,5 a 7 tonnellate, nel 1911, specializzandosi nella trazione integrale nel 1914. Il mercato comprendeva mezzi per la logistica, l'edilizia e l'industria mineraria. Lo stabilimento si spostò quindi a Long Island ma già dal 1920 venivano realizzati mezzi da 25 tonnellate.

La pubblicità del Clipper in Canada.

Nel 1929 la Walter Motor Truck Company Ltd. elaborò un pianale adatto alla costruzione di un mezzo sgombraneve: nasceva così lo Snow Fighter, con una produzione che si estese presto anche al mercato canadese fino alla fondazione, nel 1957, della Walter Motor Trucks Canada Ltd., divenuta indipendente nel 1968.

Durante la seconda guerra mondiale la Walter MTC realizzò anche motrici per lo spostamento dei grossi pezzi di artiglieria e mezzi antincendio specie per l'uso aeroportuale.

La compagnia statunitense cessò le attività nel 1980, seguita nel 1985 dalla canadese, e mantenendo solo la costruzione di mezzi antincendio come Walter Trucks Corporation, confluendo poi nella KME nel 1997.

La grande caratteristica dei mezzi sgombraneve, oltre ad uno specifico telaio come detto in precedenza, fu la adozione di due ponti De Dion anteriore e posteriore e ulteriore hub di demoltiplicazione per ogni singola ruota tramite ingranaggio dentato ad assale eccentrico. La potenza, così enormemente aumentata, era garantita da motori a sei cilindri con quattro o cinque marce; dapprima a benzina ed in seguito diesel con radiatore spesso posizionato dietro il motore. Lo stesso era montato davanti l'asse anteriore per una migliore distribuzione dei pesi e delle forze traenti.

Il consumo del vecchio motore a benzina era notevole: nel 1972 per liberare 12 km di strada il Clipper arrivò a bruciare 400.000 lire di benzina in poche ore.

I differenziali autobloccanti consentivano di ripartire la trazione sulle ruote ancora in presa quando una o più di esse slittavano. Mi riferirono che talvolta la potenza fornita sulla singola ruota poteva essere così elevata da rompere le catene antineve montate.

Il mezzo così concepito poteva operare "di slancio", aprendosi un varco nella neve a tutta velocità con l'apposito vomere. In operatività aeroportuale era possibile montare delle lame ausiliarie ai lati tramite opportuni sostegni ed argani tuttora visibili ai lati dietro la cabina del Clipper. Le lame ausiliarie del mezzo di Capracotta per molto tempo rimasero visibili nelle vicinanze delle rimesse sulla strada verso il Serbatoio.

Con opportune piccole modifiche lo Snow Fighter continuò ad essere prodotto fino alla chiusura delle fabbriche.

Un prodigio della tecnica e dell'ingegneristica. Un pezzo di infanzia ed una lacrima versata di nascosto per la commozione: in pochi metri la vecchia scuola, il vecchio asilo e la teca del Clipper con le luci rosse di coda che si allontana nel buio della sera...

Ciao vecchio Guerriero!


Francesco Di Nardo

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