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Rodolfo Comegna, migrante di professione


Rodolfo Comegna
Il mio bisnonno Rodolfo Comegna (1897-1943).

Il mio bisnonno Rodolfo Comegna, come tanti italiani, partì alla volta degli Stati Uniti che era ancora un adolescente: l'obiettivo era quello di "trovare l'America", fare fortuna. Imbarcatosi a Napoli sulla Prinzess Irene, approdò sedicenne ad Ellis Island il 7 agosto 1913 - dove venne registrato Budolfo Comegna - grazie allo zio Michelangelo Liberatore che gli aveva pagato il biglietto per la traversata e che si era stabilito in America dieci anni prima con tutta la famiglia. Il giovanissimo Rodolfo era diretto a Burlington, in New Jersey, dove lavoravano tanti capracottesi, spesso proseguendo il mestiere che avevano lasciato a Capracotta.

Probabilmente il mio bisnonno faceva già all'amore con Maria Giuseppa Di Nucci (1898-1958), la quale, non appena compiuti diciott'anni, si imbarcò anch'essa alla volta degli Stati Uniti: diretta a Burlington, salpò da Napoli con la Duca degli Abruzzi per giungere ad Ellis Island il 23 settembre 1916. I due giovani capracottesi si sposarono sul suolo americano e di lì a poco, nel 1919, nacque la prima figlia, Maria. Un anno e mezzo dopo venne alla luce un'altra bimba, Elvira.

Il lavoro era duro ma certamente veniva retribuito assai di più che in Italia, cosicché il nucleo familiare dei Comegna, tra il 1921 e il 1922, tornò in Italia - rivestito di tutto punto - per far conoscere le due creature ai rispettivi genitori. In Italia si susseguirono altre due gravidanze, la prima nel 1923 con la nascita di Pierina e un'altra nel 1925 ma, mentre nonna Maria Giuseppa era incinta della quarta figlia, nonno Rodolfo, che a Capracotta non aveva trovato alcun lavoro, ripartì alla volta delle Americhe, diretto stavolta in Argentina.

Partì da solo, lasciando tre figlie e la moglie incinta a Capracotta. Rodolfo si stabilì a Buenos Aires, dove i capracottesi avevano già formato una discreta comunità. Dal Sudamerica il mio avo tornò soltanto sette anni dopo, nel 1932, e fu allora che vide per la prima volta la sua quartogenita Elena (1925-2009), mia nonna, che in vita ha spesso riferito di temere quell'uomo, il padre, che lei non aveva mai visto prima.

A Capracotta Rodolfo tornò a fare il solito governo di muli e cavalli finché non si ammalò allo stomaco e, operato a Roma nell'agosto 1943, lì morì, in una città appena bombardata e poche settimane prima dell'occupazione nazista. Allo stato attuale non sappiamo nemmeno dove sia seppellito.


Francesco Mendozzi

 

Bibliografia di riferimento:

  • AA.VV., Dizionario biografico degli italiani al Plata, Argos, Buenos Aires 1899;

  • A. A. Bernardy, Italia randagia attraverso gli Stati Uniti, Bocca, Torino-Milano-Roma 1913;

  • A. De Clementi, Di qua e di là dall'oceano. Emigrazione e mercati nel Meridione: 1860-1930, Carocci, Roma 1999;

  • F. Mendozzi, Guida alla letteratura capracottese, voll. I e II, Youcanprint, Tricase 2016-2017;

  • F. Mendozzi, Rodolfo Comegna, professione migrante, in AA.VV., A la Mèreca. Storie degli emigranti capracottesi nel Nuovo Mondo, Cicchetti, Isernia 2017;

  • G. Perec, Ellis Island. Storie di erranza e di speranza, Archinto, Milano 1996.

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