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Per una spelonca ridotta in cimiterio in tempo di contagio

  • Immagine del redattore: Letteratura Capracottese
    Letteratura Capracottese
  • 16 giu 2019
  • Tempo di lettura: 1 min

Aggiornamento: 20 giu 2024


Peste Capracotta
M. Spadaro, "Largo Mercatello a Napoli durante la peste", 1656, pittura.

Al Signor D. Francesco Cantelmo, Duca di Capracotta.


D'un Baratro letal dentro a gli abissi,

ove con fauci immonde il Tempo ognhora

pestilenti cadaveri dimora,

Francesco, a pena i mesti lumi affissi;


che dal timor mal consigliato dissi,

sospendi o Ciel, del mio passaggio l'hora,

dover non è, che'n breve spatio io mora,

se lunga serie d'anni al Mondo vissi.


Secchi lauri, armi rose, ostri languenti

giaceano a terra, e de' lor pregi intanto,

favellavan colà marmi eloquenti.


E quivi, in contemplar di Morte il vanto,

poco mancò, che tra sospiri ardenti,

naufrago io non restassi in mar di pianto.


Giovan Battista Teodoro

Fonte: G. B. Teodoro, Poesie, Passaro, Napoli 1679.

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