Storia dell'organo (VI)
- Letteratura Capracottese
- 23 giu
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Il mondo dell'organo è un'immensa raccolta anche di aneddoti e riferimenti storici da cui spesso nascono proverbi o detti popolari. Come ad esempio: "Va' a Bàgg a sonà l'orghén" (Vai a Baggio a suonare l'organo), usato nel milanese per liberarsi dagli scocciatori. La leggenda vuole che a Baggio, quartiere agricolo nella periferia di Milano, nel 1865 furono intrapresi dei lavori di ampliamento della chiesa parrocchiale divenuta ormai troppo piccola. Tali lavori dovevano comprendere anche la costruzione di un nuovo e monumentale organo. Ma il cantiere della chiesa assorbì tutti i fondi disponibili, per cui la cantoria fu riempita da un organo ma era semplicemente un dipinto sul muro. Andare a fare l'organista a Baggio, quindi, era solo una perdita di tempo. In realtà, i lavori di ampliamento ci furono e l'organo, smontato per tale occasione, rimase assente dalla chiesa solo per il tempo necessario al loro completamento. Un'altra storia, più veritiera, si riferisce al M.° Gaetano Medaglia, allora organista del borgo, che per andare a prestare servizio era obbligato a passare continuamente attraverso i caselli daziari guadagnandosi così (ma guarda un po') lo scherno dei doganieri. Anche qui l'organista andava a Baggio a "perder tempo", facendo così pure la figura dello scemo del paese...
Organo inglese
Le origini dell'organo inglese non differiscono da quelle di altri paesi come Francia e Italia. Dai semplici portativi si arrivò tra il XIII e i XV secolo a strumenti positivi di maggiori dimensioni con uno o, meno frequentemente, due manuali quasi sempre senza pedaliera. Il secondo manuale azionava un positivo tergale posto, come de denominazione, alle spalle dell'organista. Il manuale principale prese nome di great e quello per il tergale chair. Le composizioni "a due organi" intendevano l'uso di entrambi i manuali. Molte furono le influenze delle scuole organarie dell'Europa centrale che portarono ad un ulteriore sviluppo. Tuttavia i costruttori inglesi a loro volta non ebbero grande influsso sui costruttori di oltre Manica.
Nel 1644 il puritanesimo di Oliver Cromwell inferse un colpo mortale all'organo inglese. Il Parlamento, decretando tutti gli strumenti oggetti sub superstitione, ne ordinò la totale ed immediata distruzione. Tuttavia, si narra che lo stesso Cromwell avesse fatto conservare uno strumento e lo ascoltasse suonare in gran segreto. La Restaurazione nel 1660 comportò il difficile compito della ricostruzione che dovette ricreare una tradizione organistica perduta ma specialmente e in primis una scuola organaria inesistente.
Molti organari, rifugiatisi fortunosamente in Francia, rientrarono in patria portando con sé le tecniche di costruzione francesi. Gli organi si arricchirono di registri sconosciuti nel periodo precedente alle devastazioni: ance, cornetti e mixtures (equivalenti delle fournitures e del ripieno). Delle file di canne vennero inserite in una casse chiuse da portelle per effetti di eco che nel 1727, portelle che trasformate in gelosie, potevano essere aperte e chiuse dall'esecutore creando effetti di diminuendo e crescendo: il manuale di riferimento e il corpo d'organo vennero denominati swell.
Il diapason, equivalente del nostro principale, è di suono intenso come anche le sue derivazioni. Gli inglesi tesero molto all'aumento delle pressioni del vento: in epoche più moderne si arrivò ad ance (tuba magna e tuba mirabilis) a pressioni di 1 kg/cm2, insostenibili per l'ascoltatore se usate in accordo, saldamente incatenate al somiere per scongiurare che il noce ed padiglione possano venir "sparati" come un razzo e, tramite opportune incamiciature, dotate di circuiti di raffreddamento ad acqua per evitarne il surriscaldamento!
Il ripieno (mixture) spesso non veniva eccessivamente "verticalizzato" come negli organi della Riforma e dei paesi cattolici: si preferiva una maggiore forza dei fondi ma sempre con sonorità chiare, luminose e precise. Tali caratteristiche furono anche esportate nelle colonie nordamericane e rimaste in voga fino ai tempi recenti.
Dello stesso tenore le piramidi sonore basate sui flauti e bordoni.
Anche gli organisti inglesi furono grandi improvvisatori e subirono influssi delle scuole olandesi ed italiane: dalle molte composizioni pervenuteci, di cui molte scritte per uso didattico, possiamo arguire che alcuni strumenti disponessero di manuali con registri spezzati. Il voluntary, equivalente del nostro preludio, era una delle tecniche compositive più in voga. Scarsi gli spunti compositivi derivati dalla scuola organistica francese. L'arrivo di Georg Friedrich Händel (1685-1759) confinò al passato gran parte di quella musica. Ma nonostante il grande e faticoso recupero dalle devastazioni puritane per molto tempo l'organo e l'organistica inglesi non tennero saldamente il passo con quello centroeuropeo specialmente con le tradizioni olandese e tedesca che poi, alla fine, crearono i presupposti e le direttive canoniche fondamentali dell'organo moderno.
Le casse (case) degli strumenti inglesi sono molto particolari: spesso aperte con struttura a giorno e torrette squadrate con decorazioni rettilinee. Ma la tradizione più interessante consiste nei prospetti forniti di mostre realizzate con canne vivacemente dipinte: questa tradizione era molto antica e diffusa in tutta Europa ma lì quasi sempre confinata nel dare forme antropomorfe alle bocche delle canne (occhi, naso e denti). Negli organi britannici, invece, le canne vennero decorate in toto con tecniche varie dalla semplice pittura alla doratura. I motivi, estesi anche alle casse, riprendono di frequente i simboli floreali legati al territorio o alla nazione di appartenenza o, ancora, alla dinastia regnante sulla contrada al momento della costruzione. Il momento di massimo fulgore di questa tecnica decorativa si concretizza nel periodo vittoriano tra il 1837 e il 1901 con la frequentissima adozione della tecnica stencil, cioè della decorazione di fondo ottenuta tramite normografi dimensionati in base alle misure delle canne le cui superfici erano state pretrattate con trementina e poi arricchite con delle ulteriori finiture a mano tramite pennello. Le vernici oggi su base sintetica erano al tempo a tempera o ad olio.
La decorazione delle canne di mostra, come ravvisabile in tutta Europa, poteva avvenire anche tramite la realizzazione sul tubo di punzonature, nervature o dando allo stesso la forma a tortiglione. Presenti anche decorazioni arabescate in oro delle bocche. I capracottesi più anziani ricorderanno come le canne maggiori dell'organo, purtroppo andato perduto, del santuario di S. Maria di Loreto presentassero ai lati dei tubi delle nervature a spina di pesce.
La modernità portò anche l'organo inglese alla uniformizzazione eclettica come per gli strumenti continentali. Ma resta l'inquietudine nel pensare come uno strumento concepito prevalentemente per la preghiera possa essere stato considerato oggetto malvagio, portatore di superstizione e, pertanto, meritevole di distruzione insieme a tradizioni, arte e bellezza. Tutto in nome di una ideologia o di un becero integralismo puritano. Dal passato un monito per il futuro?
Francesco Di Nardo