top of page

Storia dell'organo (VII)

  • Immagine del redattore: Letteratura Capracottese
    Letteratura Capracottese
  • 26 giu
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 4 giorni fa


Groote Kerk Haarlem
L'organo della Groote Kerk di Haarlem.

A completamento delle tecniche decorative delle canne vorrei menzionarne una molto particolare, chiamata "tigrato". Si ottiene aggiungendo allo stagno organario piccole quantità di rame che, cristallizzando in modo e tempi differenti rispetto allo stagno conferisce alla superficie della canna un aspetto a sbalzo e marezzato molto bello e gradevole a vedersi e definito "tigre". Utilizzato prevalentemente per le canne di mostra, come per la tecnica della verniciatura dà al registro un arricchimento degli armonici ed un timbro più chiaro.

Continuando poi con gli strumenti sui generis della serie "quello che passa il convento", se fossimo passati nel convento dei cappuccini di Pettineo (ME) intorno al 1862 avremmo trovato un piccolo strumento con cassa squadrata e priva di decorazioni, estremamente spartana, il cui prospetto è realizzato con canne... palustri! Quasi tutto lo strumento, chiuso da una portella a tre ante, è costruito con questo materiale per un totale di sei registri con comandi a pomello azionati da un manuale di 50 tasti, prima ottava corta, fatti di legno di frutto (i diatonici) e noce massello (i cromatici) ed una pedaliera, costantemente unita al manuale, "alla siciliana", cioè con pedali sporgenti a mo' di leva dalla cassa e su di essa imperniati. Immancabile una canna ad ancia per l'effetto "zampogna" (la scopina). Fu costruito dal padre francescano Francesco Lo Pinto ed è attualmente conservato, perfettamente funzionante, nel Museo antropologico di Gibilmanna-Cefalù (PA).

Organo fiammingo ed olandese

La base comune generatasi nel tardo Medioevo qui andò incontro ad una evoluzione spettacolare che influenzò tutto il Nord Europa, specialmente l'area della Chiesa riformata e capostipite delle grandi scuole tedesche. Costruito con una struttura più compatta e modulare rispetto agli altri strumenti del nord, ha un suono molto luminoso e chiaro differenziandosi dalle sonorità più drammatiche e severe degli strumenti tedeschi e di quelli dell'Olanda più settentrionale.

Fin dal 1600 sono presenti strumenti a due o più manuali con pedaliere autonome e soliste di almeno 27 tasti. Tali premesse porteranno l'organo germanico-fiammingo ad essere il punto di riferimento per la strutturazione dell'organo moderno e strumento polifonico per eccellenza.

Il principale (Prinzipal) dà origine a tutta la sequenza di voci maschili, fino alle grandi mixtures, ma, esteso verso il basso, alle voci profonde dei bassi di pedale le cui canne, poste in facciata, assumono un aspetto imponente e maestoso sulle torri laterali.

La preferenza dei suoni chiari e precisi porta ad una presenza costante delle grandi ance al pedale usate oltre con il cantus firmus anche nei forti generali con effetto "schiarente".

Il cornetto, tra le voci proprie dell'organo fiammingo, fa la sua bella figura con le sue file multiple e la voce caratteristica.

Il registro della voce umana merita una menzione speciale. A differenza degli strumenti francesi e, successivamente dei tedeschi, questo registro negli strumenti fiamminghi non è ad ancia con tuba corta ma ad anima. Basato sulle caratteristiche tecniche e sonore del principale consiste in una fila di canne da suonare insieme alla fila del principale effettivo. Tuttavia, questa fila di canne è intonata in lieve dissonanza (crescente) con quest'ultimo registro, pertanto suonando insieme creeranno dei battimenti sonori usati come "vibrato" nei passaggi espressivi e recitativi. Molti organi furono costruiti addirittura con un registro di principale II, più delicato, da usare quasi esclusivamente in accoppiamento alla voce umana. Questa sonorità si diffuse specialmente in Italia ed è la costante su tutti gli strumenti del XVIII secolo, chiamato anche "fiffaro" e ascritto al gruppo dei tremolanti.

Gli strumenti fiamminghi e olandesi, vanto delle comunità e delle cittadine di appartenenza, giunsero a dimensioni veramente imponenti: come riferito da colleghi organisti locali, si faceva letteralmente "a chi ce l'aveva più grosso". Casse con maestose e severe torri circolari alternate a sezioni triangolari sulla cui cima sovente svettavano statue o angeli musicanti mentre, sulla torre centrale, si innalzava lo stemma dei Paesi Bassi o della città di appartenenza e con l'immancabile Rückpositiv tergale sulla balconata della cantoria. Basta guardare l'organo maggiore della Laurenskerk di Alkmaar, opera di Franz Caspar Schnitger (1725), figlio del grande Arp Schnitger, per restare letteralmente senza fiato. Oppure il maestoso strumento, alto oltre trenta metri e con le torri laterali ospitanti i principali da '32 della Groote Kerk (Chiesa di S. Bavo) ad Haarlem, costruito da Christian Müller nel 1738 e considerato, con le sue oltre 5.000 canne, lo strumento più grande dell'epoca; organo che un certo W. A. Mozart dell'età di 10 anni ebbe il permesso di far risuonare nel 1766. Ed ancora il grande organo Vater-Müller (1726/1742) della Oude Kerk di Amsterdam.

Sono tutti strumenti della tradizione di Jan Pieterszoon Sweelinck (1562-1621), che potremmo definire il "Frescobaldi olandese". A lui il riconoscimento quale creatore della Scuola del Nord (Nordschule), con allievi quali Paul Siefert, Michael Praetorius, Samuel Scheidt, Heinrich Scheidemann. Non abbiamo prove di allievi britannici diretti ma il suo stile, diffondendosi in quelle latitudini, diede un'impronta decisa e duratura alla musica inglese. Curiosamente moltissime delle sue opere per organo ci sono pervenute come ricostruzioni di allievi mentre ci è arrivata autografa o stampata la produzione per clavicembalo e virginale: ulteriore prova di come l'organo fosse lo strumento "improvvisatore" per eccellenza.

A conclusione permettetemi di ricordare la figura di Willem Hermans (1601-1683) trasferitosi in Italia nel 1648 portando con sé le tecniche costruttive fiamminghe come la sesquialtera, il cornetto e le ance squillanti. Due i suoi strumenti sopravvissuti: l'organo della Chiesa dello Spirito Santo a Pistoia e quello della Collegiata di S. Maria Maggiore a Collescipoli. Lavorò su tutto il territorio italiano dalla Liguria fino a Palermo.


È facile suonare uno strumento:

tutto quello che devi fare è toccare il tasto giusto al momento giusto

e lo strumento farà tutto da solo.

[J. S. Bach]


Francesco Di Nardo



 
 

Complimenti, ti sei iscritto a Letteratura Capracottese!

Organigramma | StatutoContattaci

© 2015-2025 Letteratura Capracottese APS

Via San Sebastiano, 6 - 86082 Capracotta (IS)

C.F. 90050910943

bottom of page