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A Ruggiero Santilli


Ruggiero Santilli (1877-1964).

Corri! È l'augurio mio dei più sinceri.

Corri, senza fermarti, amico mio.

Avanti sempre, e spera solo in Dio

che arriverai così dove tu speri.

Non sembran veri

gli audaci passi tuoi, d'oggi e di prima,

degni continuamente d'ogni stima.


Io credo, e non sarà diversamente,

che tu stai sempre in piedi, notte e giorno.

Qualche rivale tuo, se l'hai d'intorno,

qualche disgraziatissimo demente,

farà un bel niente.

O quello che potrà solo ottenere,

saranno i molti calci nel sedere!...


L'opra costante tua, di mese in mese,

non ha misteri, e chiara si dimostra.

Tu sei un figlio della classe nostra

che onori più degli altri il tuo paese.

Ed è palese

la tua sincerità, l'intelligenza

e la chiarezza della tua coscienza.


Quanto grossi lavori alla "fornace"

senza tranquillità di un sol minuto...

Però, col tuo sistema risoluto,

col polso sempre fermo, e tanto audace,

quanto tenace,

mentre studiavi la più bella via,

giurasti la grandiosa... pulizia!


Solo perché tu vedi da lontano

se c'è qualche minaccia che non falla,

tu risolvesti offrir la forte spalla

a carica di "capo" e di "guardiano"

mentre con mano

ferma, giurasti quel ch'ora si spiega,

a tutto beneficio della "lega".


Corri! Sei destinato all'alto volo.

Degno d'una bellissima memoria...

Permettimi di dirlo: onore e gloria.

Dimmi la verità, s'io mi consolo,

quando sei solo,

che pensi tu di questa ininterrotta

e bella, e nobilissima tua lotta?


Pochi anni fa, sembravi addirittura

l'uomo di ferro, e credo non mi sbaglio.

Mentre guidavi al bosco un grosso taglio,

altrove altri lavor, d'altra natura

ti fean premura.

Scavi di terra, case in costruzioni,

gran movimento in tronchi, e far mattoni.


Pensasti ammobiliare anche la Chiesa,

per pubblica salute, ed ornamento.

E quest'opra portasti a compimento,

come tutti sappiamo, a propria spesa.

Senza pretesa

d'aiuto finanziario, o di favori,

che sono gli antichissimi "fattori"...


I titoli di cavalier si danno,

come si è sempre fatto, ai saputelli,

ai figli di papà, ed anche a quelli

che sanno l'arte di coprir l'inganno!...

Però lo sanno

che quel sistema della gran menzogna

porta, decisamente, alla vergogna!


La casa tua da Dio è benedetta,

cosa che tutto il popolo sostiene,

perché, chi ha tendenza a far del bene

non può non esser la persona eletta.

Perciò, ti spetta

un titolo di gran soddisfazioni,

che possa compensare le alterazioni.


Sembri più forte ancor, puoi camminare.

Un grande premio avrai dai figli tuoi,

e quello che possiamo, anche da noi.

Uno più grande, che non può mancare,

ti dovrà dare

Iddio, con la Sua guida e con l'aiuto!...

Accetta il mio più fervido saluto.


(1932)


Nicola D'Andrea

 

Fonte: N. D'Andrea, Le poesie di Nicola D'Andrea, Il Richiamo, Milano 1971.

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