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Amore e gelosia (V)


Francesco Caso

V

Le due donne si sciolsero da quell'abbraccio virtuale che le aveva tenute avvinte per più di un'ora, durante la quale la figlia aveva aperto il suo animo alla madre, spiegandole tutti i passaggi della storia d'amore che stava aprendosi davanti a lei.

Le aveva nascosto l'episodio del lieve bacio con don Salvatore: in fin dei conti, ognuno di noi non svela mai interamente se stesso ad un altro. Abbiamo sempre angoli e svolte entro cui celare parte della nostra vita che non può essere altro che nostra.

E c'era di più: la stessa storia narrata era stata, come dire, leggermente mistificata.

Elisa non aveva trovato il coraggio di rivelare alla madre che l'iniziativa, la spinta perché l'amore cominciasse a fluire, era stata sua, non del quarantacinquenne poeta che a dispetto di tutte le donne che aveva cantato e della fama di dongiovanni che si portava addosso, nella realtà non aveva osato fare alcun cenno del suo amore, fin quando lei non si era decisa, e con la risolutezza che le donne hanno in più rispetto al sesso forte, gli aveva scritto una lettera, una bellissima lettera d'amore, dove con romanticismo alato aveva fatto capire a quell'uomo maturo e «pettulelle 'e mamma», che doveva decidersi a fare il primo passo.

Elisa amava Salvatore, era disposta a tutto pur di averlo: lo aveva amato già attraverso le sue poesie, lo aveva addirittura venerato attraverso le sue bellissime canzoni, non poteva permettere ora, ad un passo dal suo sogno, che esso evaporasse, non si concretizzasse.

Era molto più giovane di lui, ma come mi è capitato spesso di constatare nella mia vita, le donne in amore sanno essere sempre più decise e puntano diritto all'obbiettivo, senza farsi distogliere da niente e nessuno.

Se non avesse scritto quella lettera, probabilmente lei sarebbe divenuta un'altra dei tanti sogni romantici descritti dal poeta nei suoi versi, magari poi sarebbe stata messa in musica da Costa, il musicista prediletto di don Salvatore, e tutto sarebbe finito lì: la bella ragazza nocerina sarebbe stata dimenticata e sostituita dal prossimo sogno d'amore di un uomo che viveva i suoi sentimenti nelle parole, più che nella realtà quotidiana.

No: il sangue forte di Elisa e l'intraprendenza tipica degli abitanti della sua terra, l'Agro nocerino-sarnese, l'avevano fatta decidere, e aveva scritto la lettera, con parole di amore e di fuoco che avevano acceso l'animo del poeta e l'avevano calato nella realtà, nella necessità di dover prendere lui l'iniziativa...

Ora però bisognava che la giovane, col supporto della madre, conducesse ancora le danze, c'era ancora tanto da fare.

Grande donna, donna Elisa Avigliano, a suo modo anche una donna moderna ante litteram.


Francesco Caso



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