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Anonimato su smartphone



Per quanti desiderano navigare in modo anonimo dal proprio smartphone Android, schivando il tracciamento di aziende e governi, non ci sono più scuse. Il Tor Project, organizzazione dietro alla rete omonima che garantisce l'offuscamento dell'identità di chi la usa, ha rilasciato un'app che dà accesso alla darknet anche da cellulari Android, per la prima volta in versione stabile. La app si chiama Tor Browser 8.5 e consente di navigare all'interno dell'infrastruttura informatica mantenuta dalla no-profit: approdo sicuro non solo per attivisti e giornalisti, ma anche per chi tiene alla propria privacy digitale.

 

Come funziona Tor

Quando navighiamo online, la nostra connessione viene normalmente instradata attraverso una rete di server che garantiscono il raggiungimento della risorsa richiesta. Grazie alla rete Tor, la connessione viene dirottata su una rete parallela e gestita da volontari in tutto il mondo, che permette di raggiungere il servizio che vogliamo raggiungere senza che questo - e nessuno nel mezzo - sappia chi siamo e da dove ci connettiamo. Il processo si basa sul fatto che la scelta dei server è casuale e che ciascuno dei tre nodi in cui transita la connessione non conosce l'identità del precedente. In parole povere, chi controlla la destinazione può conoscere solo il server di uscita (per esempio Ottawa) anche se ci siamo connessi da Capracotta in provincia di Isernia. Strumento particolarmente utile per quanti vivono in regimi repressivi e dittatoriali, tale tecnologia è diventata negli anni sempre più popolare anche per eludere il controllo delle connessioni a fini commerciali.

«Affermare che non si è interessati al diritto alla privacy perché non si ha nulla da nascondere è come dire che non si è interessati alla libertà di parola perché non si ha nulla da dire», aveva detto Edward Snowden, esperto di sicurezza informatica e fonte anonima che ha permesso l'apertura di numerose inchieste sul tracciamento dei cittadini di tutto il mondo da parte dei servizi segreti statunitensi. A sei anni dalle sue rivelazioni, sono sempre di più gli utenti che tengono alla riservatezza delle proprie comunicazioni e che utilizzano attivamente degli strumenti progettati per offuscarne l'identità. «La navigazione dati è in aumento in tutto il mondo e, in alcune parti del mondo è comunemente l'unico modo in cui le persone accedono a Internet», si legge nel post pubblicato dal Tor Project. «Proprio in queste aree c'è spesso una forte sorveglianza e censura online, per cui abbiamo reso prioritario raggiungerne gli utenti».

Ormai facilmente accessibile anche all'utente medio, il Tor Browser è basato sul parente Mozilla Firefox, di cui mantiene alcune funzioni come la navigazione a schede. In precedenza è stato possibile accedere alla rete Tor tramite degli applicativi che forzavano la connessione del browser attraverso i server che fanno parte dell'ecosistema. La nuova app permette invece una connessione diretta dal browser alle centinaia di server volontari sparsi nel mondo, senza doversi preoccupare di effettuare ulteriori passaggi. A garantire la sicurezza della connessione è una rete di sviluppatori e volontari, protagonisti della lotta al controllo delle reti da parte delle grandi aziende e di Paesi illiberali. Allo stesso modo, anche i telefoni di Apple godono di un'app dedicata e sviluppata in collaborazione con il Tor Project che si chiama Onion Browser, e che è disponibile sull'Apple Store.

 

La criminalità organizzata usa Tor?

Noto soprattutto per i traffici di droga e materiale pedopornografico, il darkweb (termine comune per chiamare la rete Tor) è spesso identificato come un luogo nel quale avvengono crimini informatici e traffici loschi. In realtà i server permettono a qualunque tipo di informazione di essere consultata, così come la normale rete Internet. In alternativa, per proteggere l'identità di chi gestisce uno specifico sito è possibile installarlo direttamente all’interno della rete Tor. Questi sono identificati dal dominio .onion, dall'acronimo di Tor, "The Onion Router". Il riferimento è alla cipolla, che richiama il metodo con cui vengono cifrati i pacchetti trasmessi.

Sono proprio alcuni di questi siti ad aver attirato critiche e pregiudizi, in quanto responsabili della distribuzione di oggetti illeciti come droga e armi. Ma oltre a loro, altri servizi ricorrono ai domini .onion per meglio proteggere l'identità dei propri utenti. Tra questi anche il New York Times, che su Tor ha una pagina consultabile anonimamente, creata per essere letta anche in Paesi poco tolleranti all'interesse dei propri cittadini ai fatti del mondo.


Raffaele Angius

 

Fonte: R. Angius, Anonimato su smartphone: ora Tor ha la sua app per Android, in «La Stampa», Torino, 7 giugno 2019.

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