Le campane della chiesa madre di Colletorto
- Letteratura Capracottese
- 30 lug
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L'inventario Velasco dedica il paragrafo 5 alla «Porta maggiore e Campanile». Nella sua descrizione l'arciprete testimonia che all'epoca il campanile non era ancora concluso e fornisce alcune dettagliate informazioni riguardo alle due campane in esso presenti. Infatti, oltre a notare il loro peso, ci informa riguardo al loro autore e alle scritte e immagini che recano impresse. Purtroppo, come avverte, la descrizione è limitata alla sola parte visibile dall'interno del campanile «per il periglio» di cadere.
La campana grande aveva una immagine di santa Barbara, l'anno di realizzazione e una scritta in latino mentre la campana più piccola la data e la scritta "maestro Donat'Antonio di Capracotta di Casa Perillo Anno fecit". Almeno una delle due campane della chiesa madre venne dunque realizzata da un esponente di una famiglia di Capracotta specializzata nella fusione delle campane.
I Perillo erano infatti dei mastri itineranti, si spostavano cioè nel luogo di destinazione delle campane per fonderle sul posto, di cui sono attestate diverse opere. Un Donato Antonio Perillo realizzò nel 1541 una delle cinque campane di San Germano a Cassino, suo figlio Nicola quella di Roio di Sangro nel 1556 e il nipote Donato Antonio quella dell'Assunta di Pietrabbondante nel 1571. L'autore delle campane di Colletorto dovrebbe essere il nipote ma la certezza può venire solamente dalla corretta lettura del testo, purtroppo lacunoso o di difficile decifrazione proprio nei punti più interessanti, oltre che ovviamente dalla analisi autoptica delle opere. Ma lasciamo la parola all'arciprete Velasco:
S'ascende in Chiesa dalla Porta maggiore per sei gradini di pietra rustica nell'entrare il pavimento di mattoni di lunghezza piedi venti, di larghezza piedi nove, quali lunghezza e larghezza sono in un Atrietto che sostiene l'Edificio del Campanile tutto lavorato nel di fuori [...] di pietra rustica viva nella parte destra, al fine detto Atrietto male limita un altro gradino, similmente di pietra rustica lavorata. Sta situata la grada che s'ascende al campanile cioè nella prima lamia e sono gradini sette di pietra, quali finiti, si entra per una Porta e s'ascende altri diece gradini, che è il primo pavimento, perché il disegno di detto Campanile è rimasto imperfetto s'ascende colla seconda lamia seù pavimento per una grada di legname dove si giunge alla Planizie che stanno poste le due campane nei loro finestrino datate l’una grande e l'altra piccola. La grande di rotola sessanta [...] con una figura seù Imagine di santa Barbara dall'altra parte per il periglio non si puote osservare [...] La piccola di peso rotola quattrocento incirca d'altezza palmi tre ed un terzo di larghezza palmi due e mezzo col millesimo che dice maestro Donat'Antonio di Capracotta di Casa Perillo Anno fecit, il millesimo non si puot'accedere. La prospettiva della prima facciata di detto Campanile e Porta maggiore alla prima recinta è tutta di pietra rustica lavorata e similmente tutta di Angoli apparenti siti al fine della medesima pietra il restante di rustico. Sta ben catenato da tutti le quattro lati con sette catene nel di fuori di ferri apparenti. Per non essere totalmente completo vi sta un altro recinto similmente di pietra lavorata e dopo poco fabrica di rustico resta imperfetto sarà d'altezza palmi sessanta incirca di larghezza palmi vent'otto. La prospettiva di detta porta guarda al meridiale.
Matteo De Girolamo


