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Ciro Giuliano, un maestro della sartorialità maschile



Ciro Giuliano (1894-1978) è stato un sarto italiano per uomo.

Figlio d'arte, perché suo nonno e suo padre, a Capracotta, avevano una piccola sartoria. La rivista "GQ - Gentlemen's Quarterly", lo ha definito la «Bibbia dell'eleganza maschile». È giusto considerarlo, insieme al capostipite dei Caraceni, un assoluto maestro.

A 15 anni, emigra a Roma per perfezionare il mestiere da Mattina e Cassisi, buone firme della sartoria della capitale. Ventenne è già tagliatore da Holding al Tritone, sartoria "all'inglese" dove era stato anche Caraceni. Pochi anni e apre un suo atelier in corso Italia 32.

Il suo segreto erano le stoffe (sempre di straordinaria qualità) e l'aver saputo ammorbidire, italianizzare il taglio. Leggerezza, flessibilità sono le "virtù" che Luigi Barzini junior esalta nel raccontare gli abiti di Ciro Giuliano: «Appoggiava la giacca alle spalle del cliente così com'erano, senza imbottiture, senza telette rigide o altro, per cui il resto pendeva per gravità, sciolto, con garbo e naturalezza. I sarti più tradizionali appoggiavano invece la giacca a spalle finte, fatte di bambagia, sostegni e accorgimenti vari».

Suo fedelissimo cliente fu l'attore Gary Cooper: ancora sconosciuto, trovò in Italia la sua pigmalione, Dorothy di Frasso, che, innamorata, gli insegnò per prima cosa a vestirsi portandolo da Giuliano. «Era un ometto di statura un po' inferiore alla media, magnificamente, ma anche quietamente vestito, curvo di spalle e con un volto mansueto e malinconico sotto una folta chioma di capelli lisci e lievemente argentati [...] E il taglio dell'abito, e il profilo reso aristocratico dal naso aquilino e la riservatezza e la soavità dei modi m’avevano fatto pensare a un diplomatico della vecchia scuola o a uno di quei "conti zii" della buona società che possono permettersi qualunque familiarità verso uomini e donne senza timore di venire fraintesi».

Così, in un ritratto di "Busti al Pincio", lo descrive Indro Montanelli che, per la sua fama, se l'era immaginato «alto, autoritario e di piglio prepotente, incline più a dare con dittatoriale arroganza che a ricevere ordini». Per istintiva simpatia, nata al primo incontro, e forse per reazione a quello smentito pregiudizio, Montanelli, decise di ordinargli un vestito: «Non ne avevo alcun bisogno, ma mi piaceva rivedere lui e diventarne amico. Con un certo stupore mi accorsi che lo ero già. Venne col metro pendulo dalla spalla destra e la mezza sigaretta di marca nazionale incombusta fra le labbra».

 

Fonte: https://moda.mam-e.it/, 23 giugno 2021.

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