La Trignina, con la SS650, separa l'Abruzzo dal Molise.
Con le prime giovanili esperienze in auto, è stata, insieme alla Bifernina, usata per le nostre escursioni a Capracotta, luogo natìo di tanti amici di San Severo, per lo più commercianti in carboni, prima, e gas in bombole, a seguire. Col tempo, anche per collegamenti con Roma.
In genere, è stata e restava una via sempre e solo attraversata.
È diventata meta, quando ho voluto visitare per la prima volta il Santuario della Madonna di Canneto, in Roccavivara, e Trivento, che ho bisogno di rivisitare.
Altri siti conosciuti (Palmoli, Montefalcone e qualche altro) sempre per altri stimoli.
Con mente e occhi nuovi, sollecitato da altri tagli e interessi, richiamato dalla 'Ndocciata di Agnone, nel trascorso inverno, e in bella compagnia, ho trascorso un bel weekend in Isernia e dintorni.
Visitare quest'area di confine, come tutte le "periferie" che ritengo ricchezza per il futuro, era già nei miei preventivi. E, con tutti i limiti del caso, sto provando con le sollecitazioni che ricevo, come quelle del toponimo "Valle Cupa".
Per il primo vissuto, la parte di valle percorsa in salita, con l'accesso in direzione Vasto, è stata un'avventura. E, raggiunta una piccola contrada di case, sono ritornato sui miei passi, con il cartello turistico distrutto e con tanto da approfondire.
Per ora, solo emozioni da "estetica dei luoghi", selvaggi, colorati, con scorci di ampia valle, abbandonati, sperduti... senza alcuna presenza umana.
Un territorio che lascia tristezza in chi guarda e che cattura per alcune poche case prima vissute, con un uliveto tra tanta selvaggia naturale vegetazione.
Interessanti i ponti che attraversano il Trigno, in paesaggi belli.
Luigi Gravina
Fonte: https://www.facebook.com/, 18 novembre 2020.