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La famiglia Carugno di Capracotta


La famiglia di Pietro Carugno e la statua di san Michele.

Antica famiglia originaria di Capracotta, che può essere annoverata nella terza classe di nobiltà, cd. legale o civile, conformemente a quanto stabilito con Real Dispaccio del 25/01/1756. Ha contratto parentele con altre famiglie gentilizie del luogo come i Falconi, i Conti, i Mosca, i di Buccio, i Pettinicchio, i del Baccaro. È stata titolare di jus patronato sull'altare dedicato a S. Michele Arcangelo nella chiesa matrice di S. Maria Assunta in Capracotta. Molti documenti relativi a questa famiglia sono conservati nell'Archivio di Stato di Foggia, nel fondo della Regia Dogana. Da essi si traggono notizie in merito a Gregorio Carugno (fasc. 217, b. 5027, anni 1738-1739, processi civili), Giacomo Carugno (fasc. 470, b. 9979, anno 1772) e Pasquale Carugno. Un altro documento riguarda il Mag.co Sindaco dell'Università, Vincenzo Carugno (fasc. 857, b. 17463, anno 1793). Nell'archivio della Dogana è censito il Mag.co Amicantonio Carugno, locato della Dogana, che da un documento datato 1750, «professava numerose pecore reali» nella locazione di Canosa. La famiglia ha partecipato al governo dell'Università di Capracotta con diversi rappresentanti in qualità di sindaco tra cui si ricordano: Gregorio (nel 1743), Vincenzo (nel 1793), Giacomo (che ricoprì gli incarichi nel 1808-1810 e nel 1812), Domenico (nel 1813), altro Domenico (anni 1834-36 e 1840-43).

Per quanto riguarda la ricostruzione di una linea agnatizia, le notizie accertate attraverso gli atti, risalgono alla fine del XVI sec. Uno dei personaggi più antichi ed eminenti della famiglia è Amicantonio Carugno, governatore ed erario del Duca di Capracotta, depositario della Congregazione del Sacro Oratorio dei Morti, locato della Regia Dogana di Foggia (risultava proprietario di numerosi greggi e armenti, che economicamente rappresentavano il benessere dell'epoca), titolare di attività commerciali adibite al trasporto di merci e di persone, nonché proprietario a Capracotta e San Pietro Avellana di diversi fondi ed edifici. Nei documenti viene qualificato come Magnifico e notabile. Amicantonio (battezzato col nome di Carmine Antonio Amico Lonardo Gaetano Onofrio) nacque nel 1712 da Gregorio (n. 1683, che fu sindaco di Capracotta nel 1743) e Marzia Ciccorelli. Sposò in primi voti (1728) la gentildonna Nunzia Maria di Nucci, ed in seconde nozze (1750) Rosalba Pettinicchio, gentildonna. Amicantonio, morì nel 1799, e da lui si sono generati numerosi rami (ebbe ben 13 figli) di cui alcuni tuttora fiorenti.

 

Ramo di Placido Giovanni

In particolare il ramo primogenito dei Carugno di Capracotta, fiorisce oggi a Pescara, e discende in via diretta dal citato Placido Giovanni (1735-1811); nonostante il nome di battesimo fosse Placido Giovanni, familiarmente e probabilmente per un senso di ossequio e riconoscenza verso il padre, fu chiamato Giovanni Amico, figlio primogenito di Amicantonio. Il nome Amico fu spesso rigenerato nella discendenza di questo ramo della famiglia come si è potuto appurare attraverso i diversi atti di nascita consultati negli archivi Parrocchiali. Giovanni Amico Carugno fu pretore in Capracotta e sposò Giacinta Venditto, dalla quale ebbe quattro figli. Il loro primogenito fu Amicantonio che sposò Costanza di Bucci e dalla loro unione nacque Giovanni (primogenito, coniugato con Angela Rosa di Nucci). Primogenito di Giovanni ed Angela Rosa fu Amicantonio che sposò Giacinta di Bucci, dalla quale ebbe Giovanni che sposò Reginalda Conti. Da loro si generò la seguente discendenza:

  1. Amico (Capracotta 1881-1943);

  2. Giacinta;

  3. Francesca;

  4. Vincenzo

  5. Edelia;

  6. Michelino;

  7. Pasquale (Capracotta 1902-1976). Pasquale Carugno sposò Antonietta Mosca, dalla quale ebbe sei figli: Fulvia; Giovanni (Pescara 1930-2000); Emilio (n. Pescara, 1932); Dora (n. Pescara, 1935); Michelino (Pescara 1937-1997) e Regina (n. Pescara, 1943). Tra i loro figli, Giovanni sposò (1964) Raffaella Scorrano (fu Giuseppe, ufficiale dei Vigili del Fuoco di Pescara, e Carmela d'Agostino) di antica e nota famiglia pescarese (le notizie risalgono all'epoca feudale). Da Giovanni e Raffaella nacquero il dr. Maurizio, imprenditore, coniugato con Carmelita Tisone, anch'ella di origini capracottesi, dalla cui unione sono nate: Isabella, Alessandra e Giovanni, ed il dr. Paolo, imprenditore, coniugato con Monica Mancini, attuali rappresentanti della famiglia.

 

Ramo di Vincenzo Maria

Vincenzo Maria (1745-1814) sposò Saveria di Rienzo. Da loro, attraverso Nicola, Geremia, Eugenio e Arturo (1890-1984) che sposò Rosa d'Agnillo, discende don Geremia Carugno (Agnone 1923-2007), Parroco della chiesa di S. Maria Assunta in Capracotta dal 1967. Fu nominato presbitero l'11 luglio 1948 da mons. Epimenio Giannico ed in seguito fu padre spirituale del Seminario vescovile di Trivento. Dopo gli studi ginnasiali a Trivento, e quelli liceali e teologici nel seminario regionale di Chieti, conseguì la laurea in Teologia. È stato sacerdote, educatore, scrittore, pittore, poeta e vignettista. Tra i suoi scritti si ricorda il manuale di meditazioni "Duc in Altum" che negli anni sessanta fu adottato come libro di testo da molti seminari minori d'Italia. Il giorno prima della sua morte, ha ricevuto il conforto del sacramento dell'Unzione degli Infermi, direttamente dal vescovo di Trivento, mons. Domenico Scotti.

 

Ramo di Saverio

Un altro ramo discendente da Amicantonio (1712-1799) è quello di Saverio, nato dal secondo matrimonio del padre con la gentildonna Rosalba Pettinicchio, figlia di Donato e Teresa Labbate.

Saverio (n. 1753), fu avvocato e poi notaio in Capracotta, (rogò negli anni 1787-1833). Sposò Teresa di Bucci, dalla cui unione nacquero: Domenico Filippo (n. 1803); Carmine, Maria, Angela Rosa (n. Capracotta, 29 dicembre 1809) e Michelangelo (n. Capracotta, 28 settembre 1811).

Domenico Filippo (n. 1803) esercitò, come il padre, la professione di notaio in Capracotta, paese nel quale ricoprì anche l'incarico di sindaco negli anni 1834-1836 e 1840-1843.

Sposò Cherubina Falconi (n. 1810), della nota famiglia di Capracotta, dalla cui unione nacquero:

  1. Francesco Saverio (1850-1850);

  2. Teresa Emilia (n. 1851);

  3. Pietro (n. 1852);

  4. Maria Illuminata (n. Capracotta, 11 dicembre 1853);

  5. Pietro (Capracotta 1855-Gioia dei Marsi 1931), proprietario, cancelliere del Tribunale, sposò Ernesta Antenucci, civile, da cui nacquero: Domenico Filippo (n. 1878); Lida Maria Rubina Adele Giulia (n. 1881); Dino Adelchi Ciro Ulrico (n. 1882); Lida Maria Rubina Adele Giulia Diomira (Capracotta 1884-S. Angelo del Pesco 1959; sposò Gaetano Alfonso di Sanza d'Alena); Michele (n. 1887); Michelino (n. 1889); Eduardo, Cav. Uff. O.M.R.I., cancelliere del Tribunale (Capracotta 1890-1972); Egidio Michelino (n. Capracotta, 13 settembre 1891), sposò a Detroit, 21 novembre 1921, Vittoria Zanni, di Gregorio e Angelina Medici; Teresina (1896-1987) sposò Nicandro Di Rocco, di Capriati al Volturno, cancelliere del Tribunale, croce di ferro al V. M., Cav. O.M.R.I.

  6. Saverio (n. Capracotta, 2 febbraio 1858), avvocato, vice segretario comunale di Capracotta: uno dei suoi figli, Osman Carugno, comandante della Stazione Carabinieri di Bellaria, durante il secondo conflitto mondiale contribuì a salvare la vita di 38 ebrei che erano destinati ai campi di sterminio nazisti in Germania. La sua opera fu riconosciuta da Israele che nel 1985 gli tributò l'onorificenza di Giusto tra le Nazioni.


Alfonso Di Sanza d'Alena

 
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