Le chiese di Capracotta custodiscono tante raffigurazioni lignee della Madre di Dio, una per ogni nome, per ogni apparizione, per ogni momento della vita della Beata Vergine Maria.
Nella Chiesa di S. Maria in Cielo Assunta se ne possono ammirare sei, due delle quali in compresenza: la Madonna divide infatti la scena con sant'Anna, dov'è Bambina, e nella cosiddetta Visitazione, opera di Giacomo Colombo, assieme a sua cugina Elisabetta. Le raffigurazioni singole di Nostra Signora sono invece quattro: l'Immacolata Concezione, la Beata Vergine del Monte Carmelo, la Madonna Addolorata e l'Assunzione di Maria, a cui va aggiunta la Madonna del Rosario, andata perduta a causa dello scorrere del tempo.
La prima scultura in alto a sinistra è l'Immacolata, raffigurata in piedi sul globo nell'atto di schiacciare il serpente; sui suoi piedi tre cherubini (trafugati). Un manto azzurro con stelle dorate copre la veste rossa con decorazioni floreali. Anche le stelle presenti sul globo sono state rubate negli anni e probabilmente rivendute sui mercati d'arte sacra, motivo in più per non acquistare mai oggetti simili: sono sempre il frutto di furti sacrileghi. La bella scultura, opera di Silverio Giovannitti (1724-1788) da Oratino, ripropone un tema iconografico e soluzioni stilistiche diffuse su vasta scala dalla fine del '600 fino a tutto l'800. Il suo altare, invece, era anticamente amministrato dalla famiglia Campanelli. Il dogma dell'Immacolata Concezione di Maria fu proclamato l'8 dicembre 1854 da Pio IX con la bolla "Ineffabilis Deus", in cui si affermava che «la beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per una grazia ed un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale».
La seconda scultura raffigura la Vergine in piedi col Bambino nel braccio sinistro e ai suoi piedi tre anime del purgatorio è una Madonna del Suffragio. A Capracotta quest'opera, dal manto ampiamente panneggiato e dalla forma espansa ma non eccessivamente movimentata, che individuano un artista della seconda metà del XVIII secolo dalle buone capacità artistiche, rappresenta la Madonna del Carmine, un culto piuttosto antico, amministrato dall'omonima confraternita almeno sin dal XVI secolo, «li fratelli della quale pagano ogn'anno al Clero docati 3 con obligo di che il mercoledì d'ogni mese recitino le letanie per l'anime de' fratelli della detta Compagnia». Questa Madonna è festeggiata il 16 luglio. Il culto di Nostra Signora del Monte Carmelo è inscindibilmente legato all'eredità spirituale del profeta Elia, alla storia e al carisma dei carmelitani e alla diffusione del loro scapolare, una striscia di stoffa che testimonia, attraverso l'iscrizione all'Ordine carmelitano, la consacrazione a Maria: lo scapolare libera dal purgatorio ed è un inconfondibile attributo iconografico, come nel caso capracottese. Il titolo di Madonna del Carmine richiama invece un luogo, il Monte Carmelo, «giardino verdeggiante» della Palestina.
Anche nel caso capracottese l'attributo iconografico della Madonna Addolorata (terza da sx in alto), oltre al vestito nero del lutto, è un cuore trafitto da sette spade in argento sbalzato. Qualcuno dice che questa bellissima statua, custodita nella Chiesa Madre, sia stata prodotta dalla bottega di Giacomo Colombo, l'artista napoletano autore della Visitazione. La struttura della statua è del tutto simile a quella della Madonna del Rosario per cui la si può datare alla fine del XVIII secolo, il che escluderebbe il Colombo come autore ma non un suo allievo. Il culto della Mater Dolorosa è ovviamente legato alla Passione di Cristo, dopo che la Beata Vergine Maria ha affrontato sette dolori: la profezia di Simeone, la fuga in Egitto, la perdita di Gesù nel Tempio, l’incontro col Figlio durante la Via Crucis, la Sua crocifissione, la Pietà e il Sepolcro. «Non fossi stato figlio di Dio, t'avrei ancora per figlio mio» dice una Madonna maternissima nei vangeli apocrifi riletti nel 1970 dal genio di De André. Il Venerdì Santo, insomma, è il simbolo dell'ingiustizia che non cede al rancore, una delle più grandi lezioni del cristianesimo.
La quarta Madonna presente è ovviamente la statua di Maria Assunta, che è il titolo della maestosa Chiesa Madre di Capracotta, donata da anonimi capracottesi dopo averla acquistata ad Ortisei (BZ) presso la bottega "Ars Sacra" di Alexander Kostner, discendente d'una famiglia che da generazioni si dedica all'artigianato artistico. L'opera è ricavata da un tronco di tiglio. Dell'antica statua dell'Assunta, invece, non è rimasto pressoché nulla. L'Assunzione di Maria in cielo è quel dogma di fede secondo cui la Madre di Gesù, al termine della Sua vita terrena, andò in paradiso in anima e corpo. Questo culto si è sviluppato a partire almeno dal V secolo d.C., diffondendosi e radicandosi nella devozione popolare fino al riconoscimento ufficiale avvenuto il 1° novembre 1950. Ho avuto l'onore di visitare il cenotafio della Madonna in Terra Santa, dove sta il monumento sepolcrale di Maria ma, ribadisco, non le Sue spoglie mortali.
Nella Chiesa di San Giovanni Battista sono altresì custodite tre Madonne: la Beata Vergine Maria dei Miracoli, trasferita dalla Chiesa Madre negli anni '50, Nostra Signora della Pace e la Madonna Desolata.
Nel gruppo scultoreo della Madonna dei Miracoli, la Vergine è raffigurata seduta su di un tronco d'albero con attorno quattro cherubini (uno dei quali sparito) e di lato, a destra, un pastore inginocchiato. In basso a sinistra una casetta (anche'essa scomparsa) ed un cappello: nella piccola casa venivano riposti gli ex voto per grazie ricevute. L'opera presenta un panneggio sommario e poco curato, riconducibile ad un modesto intagliatore, con probabilità locale, del secolo XVIII. Iconograficamente è vicina alla Madonna Incoronata di Foggia ma il suo culto è in realtà strettamente legato a quello della Madonna dei Miracoli di Casalbordino (CH), che si festeggia l'11 giugno, giorno di pellegrinaggio per molti capracottesi. Si narra infatti che in tempi remotissimi l'immagine di Maria attendesse sul sagrato della chiesetta di Casalbordino senza che nessuno si offrisse di portarla in processione, date le pessime condizioni meteorologiche. Il parroco interpellò quattro donne di Capracotta - che erano lì per la festa - che si dissero onorate di portarla a spalla. Da allora quella tradizione si è consolidata, tanto che don Elio Venditti ha preteso che nello statuto della festa abruzzese fosse scritto che solo i capracottesi possono avvalersi di tale privilegio.
A differenza dell'Addolarata della Chiesa Madre, quella presente nella Chiesa di S. Giovanni (prima da dx) è raffigurata con la mano destra sul cuore e lo sguardo rivolto in avanti; sotto al manto dei lunghi capelli. La scultura, riferibile ad uno scultore degli inizi del secolo XIX e completamente ridipinta, risulta poco leggibile nella sua completezza, ma è di discreta fattura: il viso, dolorosamente espressivo, è descritto con una certa accuratezza; il panneggio, poco movimentato, è condotto con sobrietà. Daniele Di Nucci ritiene che il titolo della Madonna Desolata, probabilmente importato dai nostri pastori di ritorno dalla transumanza, provenga dalla tradizione pugliese e che, stando ai racconti degli anziani, la statua venisse portata in processione la mattina del Sabato Santo.
Nella Chiesa di San Giovanni è presente infine una statua della Beata Vergine Maria, la cui intitolazione è quella di Madonna della Pace. Questa statua raffigura Maria che con la sinistra regge il Figlio e con la destra un rosario; la Madonna indossa un ampio manto azzurro su cui spiccano stelle dorate e il Bambino indossa una delicatissima veste candida.
La statua mariana più preziosa di tutte è ovviamente quella della Madonna di Loreto che, a differenza della tradizione orale finora tramandataci, non è un semplice albero sbozzato, bensì rappresenta un'opera pregiata ed antichissima (databile al XV secolo) che presto approfondirò in uno specifico articolo.
Francesco Mendozzi
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