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I potenti fratelli Zurlo a Capracotta


Biase Zurlo e Giuseppe Zurlo
Biase (1755-1835) e Giuseppe Zurlo (1759-1828).

Regno di Napoli, anno del Signore 1811: la bella capitale partenopea e tutti i suoi domini - al di là e al di qua del faro - sono nelle mani di Napoleone. A governare è infatti Gioacchino Murat, succeduto nel 1808 a Giuseppe Bonaparte, il quale, attraverso la legge 132 dell'8 agosto 1806, aveva profondamente ridisegnato la divisione amministrativa del Regno di Napoli, ripartendolo sul modello territoriale francese. E proprio nel 1811, precisamente col decreto 922 del 4 maggio, vi sarà un'ulteriore riforma per la nuova circoscrizione delle 14 province del Regno. È chiaro che all'interno dei confini statali, dopo un riassetto territoriale di simile portata, segua un periodo più o meno prolungato di caos amministrativo e burocratico. Ciò che mi appresto a riportare va dunque analizzato alla luce di quell'importante riordino napoleonico sul suolo meridionale.

La questione giuridica che ha smosso il mio interesse concerne alcuni pascoli del Tavoliere delle Puglie ed è incentrata sulla causa sórta tra il comune di Monte S. Angelo, nel Foggiano, contro i nobili censuari, per capire se questi terreni fossero da considerarsi proprietà degli ex locati - i vecchi assegnatari presso la Regia dogana della Mena delle pecore - o dei rispettivi demani comunali, per gli indispensabili usi civici.

Ad interessarmi non è tanto il lato giurisprudenziale quanto la natura degli attori coinvolti. Tutto comincia col riscontro ministeriale del settembre 1811 firmato dall'allora segretario dell'Interno Giuseppe Zurlo - molisano di Baranello - e inviato al ministro delle Finanze, in cui quest'ultimo viene rassicurato dal Zurlo circa il «piacere di secondare le sue premure manifestatemi nel pregiato foglio de' 13 corrente [nel quale] ho ordinato al Commissario incaricato della divisione de' demanj nella provincia di Capitanata di decidere la controversia tra il Comune di Montesantangelo ed i censuarj del Tavoliere di Puglia pe' diritti che costoro vantano nella difesa detta Casiglia». Ma il commissario incaricato di dividere i demani molisani e pugliesi altri non era che il fratello del ministro, Biase Zurlo, nominato nel 1799 visitatore economico del Contado di Molise e Capitanata e promosso intendente provinciale nel 1810, incarico mantenuto per ben undici anni. Insomma, è evidente che il ministro delle Finanze, a cui stava molto a cuore la faccenda dei demani pugliesi - probabilmente su pressione di un duca -, si fosse rivolto direttamente al ministro dell'Interno visto lo strettissimo legame di parentela che intercorreva tra questo e l'intendente regio.

Tuttavia, cosa c'entra questo clientelismo ministeriale con Capracotta? La risposta risiede nel fatto che la seconda richiesta di Giuseppe Zurlo fu spedita il 17 settembre 1811 direttamente da Capracotta e recepita da Biase Zurlo nel medesimo giorno, sempre a Capracotta: praticamente i due fratelli - ministro del Regno il primo, intendente della Provincia il secondo - si trovavano entrambi nella cittadina altomolisana, sebbene costretti ad utilizzare i canali ufficiali di comunicazione per la trasmissione di ordini, posta corrente, circolari, relazioni, richieste e riscontri.

Sorge spontanea un'ulteriore domanda: cosa ci facevano questi due importantissimi personaggi storici a Capracotta nel settembre del 1811? Non poteva certo trattarsi di un prolungamento vacanziero in onore della Madonna di Loreto, visto che la festa si era svolta l'anno precedente. Appare assai più probabile che i due funzionari napoleonici fossero in Capracotta perché in quei mesi il paese fu elevato a capoluogo di circondario - avente nella propria circoscrizione i comuni di Vastogirardi, Pescopennataro, S. Angelo del Pesco e Castel del Giudice - e forse la presenza dei due alti funzionari si rendeva necessaria per motivi legali, a maggior ragione visto che erano pure molisani.

Dalle memorie di Luigi Campanelli (1931) si evince un altro valido motivo del soggiorno di Biase Zurlo in Capracotta, dopo che la Commissione delle Gravezze si era pronunciata in merito agli usi civici dei boschi provinciali, decidendo che i feudi di Macchia e Ospedaletto ne fossero esenti, a tutto vantaggio del Duca di Capracotta, che allora possedeva 6.300 tomoli di terra. Zurlo cercò di rimediare a questa ingiustizia tramite un'ordinanza del 19 dicembre 1811, mettendo in evidenza la necessità per la popolazione capracottese di usufruire di maggior combustibile per l'inverno. Il Duca cedette una quota di bosco all'Università di Capracotta ma questa dovette ricompensarlo con 337 tomoli in località Paduli, contigua a Monteforte.

Ah... quasi dimenticavo di dirvi come andò a finire la causa pugliese: Biase Zurlo optò per la versione «in favore de' comunisti», andando contro gli interessi dell'aristocrazia e trasmettendo la sua relazione al fratello ministro che, a sua volta, informò il segretario delle Finanze, il quale - è lecito immaginare - non rimase particolarmente contento di quella decisione così "democratica".


Francesco Mendozzi

 

Bibliografia di riferimento:

  • L. Campanelli, Il territorio di Capracotta. Note, memorie, spigolature, Tip. Antoniana, Ferentino 1931;

  • L. Casilli, Aspetti socio-economici della transumanza nel secolo XVIII, in E. Narciso, Illuminismo meridionale e comunità locali, Guida, Napoli 1989;

  • G. Masciotta, Il Molise dalle origini ai nostri giorni, vol. III, Di Mauro, Cava de' Tirreni 1952;

  • F. Mendozzi, Guida alla letteratura capracottese, vol. I, Youcanprint, Tricase 2016;

  • C. Minieri Riccio, Biblioteca storico-topografica degli Abruzzi, Priggiobba, Napoli 1862;

  • A. Mosca, Monografia su Caprasalva (Capracotta), Lampo, Campobasso 1966;

  • G. Navarro, In morte di Biagio Zurlo, Tip. del Sebeto, Napoli 1838;

  • N. Paone, La transumanza nel Molise tra cronaca e storia, Iannone, Isernia 1987;

  • E. Petrocelli, La civiltà della transumanza. Storia, cultura e valorizzazione dei tratturi e del mondo pastorale in Abruzzo, Molise, Puglia, Campania e Basilicata, Iannone, Isernia 1998;

  • A. Rizzi Zannoni, Atlante geografico del Regno di Napoli, Stamp. Reale, Napoli 1812;

  • Supplimento del Bullettino della Commissione feudale, vol. XVII, Trani, Napoli 1842;

  • I. Zilli, Il dibattito nella società economica di Molise, in M. A. Augello e M. E. Guidi, Associazionismo economico e diffusione dell'economia politica nell'Italia dell'Ottocento, vol. I, Angeli, Milano 2000.

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