Entrata in scena da pop star al sound check dell'interprete protagonista.
Quando incontri l'amore non dirgli ciao / quando incontri l'amore non dire niente non far rumore quando incontri l'amore. / Quando incontri l'amore / lo riconosci dal sapore: sa di prato bagnato / dove ti rotoli d'ardore. / Non baciare il tuo amore alla stazione / non lasciarlo partire / non perder l'occasione. / Trovare l'amore è un film in produzione / produzione indipendente scommessa vincente / quando incontri l'amore fagli un'audizione. / Quando incontri l'amore digli "chiamo io" e poi fallo davvero / quando incontri l'amore sincero. / Quando incontri l'amore non c'è niente da dire e ti metti a cantare... (cantato) When u meet yr love / you can fly by feet / when you meet yr love / you can see how's great / 'cause true love is fat / like an happy cat / 'cause yr love you're pretty 'nd slim / like a fantastic dream... (così cantando e, inizialmente, recitarcantando, Me-Dea si presenta. La almost pop star è arrivata a casa sua, dove impatta in una invisibile figura inattesa)
Me-Dea – Come sarebbe a dire "chi devo annunciare"? Questa è casa mia, fino a prova contraria: tu, piuttosto, chi sei? Oh, il butler.." quello che noi chiamiamo maggiordomo": ma noi chi? Da dove vieni, da Capracotta, butler? Ah, saresti il maggiordomo di Jason: dovresti sapere che, Jason, fino a prova contraria, è mio marito. Come sarebbe a dire "sarebbe meglio fare una telefonata al signore, signora"? (Me-Dea prende comunque un i-phone e chiama) Come sarebbe a dire "chi mi ha dato questo numero privato"? Sir Elton, o Yoko: ci siamo visti ieri all'Harry's dolci alla Giudecca, hai presente Venezia? ...Sono Dea, Jason, o sei troppo fatto per... Guarda che adesso farsi non è + trendy, adesso son quasi tutti vegani, vedi tu. Quelli che non sono ancora passati al cannibalismo neobuddista. Non cambiare discorso, Dea sarà anche un diminutivo eccessivo, ma forse non ti conviene chiamarmi Me-Dea. Lo paghi tu il maggiordomo, Jason? Come sarebbe a dire "che mi dai 24 ore per sgomberare"? Ah, capisco: potevi anche farmelo dire dal butler che hai appena deciso di divorziare. Ti ricordo, Jason, che il disco d'oro per "When u meet yr love" l'hai avuto grazie a me. Gli accordi pre-matrimoniali? Ma non valgono niente... niente vuol dire "un cazzo", Jason: valgono quanto il tuo cazzo, insomma! "Non davanti alla servitù": sarebbe il butler di Secondigliano la servitù? Ah, capisco: "la tua nuova fidanzata la pensa diversamente". Su cosa, Jason, il tuo falletto da fallito, oppure... Come sarebbe a dire "Glauca non pensa affatto che tu sia un fallito"? Non starai mica parlando della figlia di Mr. Creonti, Glauca, Miss Acne Giovanile dell'anno scorso, titolo revocato per superamento dì età massima consentita e peso forma troppo sformato? Stai proprio parlando di Glauca Creonti! No, questa non va detta così, vero Maestro? (ha cambiato tono e si rivolge alla platea) No, certo, io non devo interrompermi se non mi interrompe lei, Maestro, ma volevo dire... lo so, non devo dire "volevo dire", o lo dico o non lo dico, lo so. E allora se lo so perché lo dico? Che faccio, pausa o vado avanti? Ah, passo direttamente al topos, va bene, così non gìoco al gatto col topos... no, Maestro, mi scusi, stavo solo citando... no, niente, sì, certo, non devo fare battute del cazzo. (scioglie la tensione e riprende dal climax) Vedi, Jason, se avessimo dei figli, sarei in grado di vendicarmi su di loro, ma noi non abbiamo figli, solo cagnolini e io non ce la faccio a far del male ai cagnolini, perché con i figli puoi sempre dirti che crescendo magari cambieranno e diventeranno degli stronzi tremendi e allora riesci a farli fuori per vendetta, ma i cani non crescono, non cambiano, sono così innocenti, come si fa ad ammazzare dei cagnolini? Eppure è quello che sto per fare, Jason. E sei tu a farmelo fare, Jason. E soffrirai come un cane, ma io soffrirò come me, che è ancora peggio. (scoppia improvvisamente in singhiozzi) No, scusi, Maestro, non è previsto dal copione... è il pubblico che deve ridere o piangere, non l'attore, lo so... ma è che mi è venuto in mente che da bambina avevo un cucciolo... un cucciolo di cocker, come quasi tutti i bambini di una generazìone prima della mia, che avevano quasi tutti il cocker, mentre i loro genitori avevano avuto il collie... e lo chiamavano Lessie!... (asciugandosi le lacrime) insomma, questo cucciolo di cocker... No, scusi, Maestro, so che non devo mai usare il Metodo in sua presenza, lo so che non c'è altro metodo che la follia... ma non l'ho fatto apposta... (d'un tratto, si mette a ridere, a ridere) L'ho fatto apposta, Maestro! L'ho fatto per te... volevo dire: per lei, Maestro... non mi viene bene il "lei", mi dà una sensazìone femminile che non si addice a lui, cioè a lei, Maestro... insomma, l'ho fatto per darle una soddisfazione: ho fatto finta, insomma! "L'attore è un mentitore, mente anche quando dice la verità". Mai avuto cani da bambina, mia madre diceva... quand'ero bambina, mia madre non parlava mai in italiano e nemmeno in dialetto, parlava con accento francese perché diceva che era chic, très chic: le cagnulen son mignon, me anche figli di mignon, purquà fan pipì dove gli par e alor son dolor, cattivi odor, tu comprand, ma peti? Così, mai avuto cocker da bambina e dunque... Come dici, Paolo? Ah, il Maestro se n'è andato. Quando? Al mio primo singhiozzo, già. E ti ha detto cosa dobbiamo fare adesso? Sei il suo assistente, no? Va bene, non puoi prendere iniziative, sergente; ma io sì: dammi le battute di Jason, che faccìamo la scena del faccia a faccia tra Jason e Me-Dea. (riprende a recitare, come ascoltando battute dalla platea, dette da Paolo, l'assistente) Dunque alfin giungesti, Giason, mosso da pietà del mio o del tuo cuore? Ma tu non hai cuore, Giasone, così come non hai occhi, ma specchi: lo specchio della tua ambizione su cui spargere la neve del tuo infantile delirio di successo. Eppur mi amavi, Jason! Come dici, Paolo? Ah, non sei Paolo: mi pareva che le battute di attacco me le avessi date troppo bene. Ben arrivato, Jason: meglio tardi che... come si dice?... che troppo tardi. Ah, davvero? Eri in camerino, in camerino a concentrarti: con la narice destra o con la sinistra? Siete rimasti solo voi vecchi giovani attori a tirar di coca: voi e i garzoni di panettiere. Oh, risposta pronta, Jason: anche Alain Delon era un garzone di panettiere. Ma sai quante michette e quante marchette ci vogliono a fare un Delon? Certo che lo so bene: sono in vantaggio su di te di un bel numero di punti, sai? No, non sono irritata perché non me l'hai dato... a parte che sono io che non te l'ho data, non essendo tu in grado di darmi granché in cambio, tanto meno piacere... tu la parte, Jason, l'hai avuta solo perché ti chiami come il personaggio e così sta bene in locandina, neanche fosse "Jason as Himselfù"... No, questo non è vero, è una cattiveria consapevole e deliberata, dato che sei bravino, Jason... bravino e potresti diventare persino bravo... bravo, ma codardo, non ti fidi del tuo talento, l'autostima è solo una mascherina per schermare le luci della ribalta... Oh, bella uscita, Jason, la tua: tutta la scenata dimostra che Me-Dea ti ama. Certo che ti ho amato, Jason, fìno a quando mi sono accorta che non hai il coraggio di un cagnolino, un cagnolino capace di buttarsi nel fuoco per salvare dalle fìamme di un incendio la bimbetta di casa... è cronaca... capace di salvarle la vita, donando la sua! Ora, Jason, se non vieni subito a salvarmi dal fuoco della delusione che arde la mia passione, non potrai salvare i tuoi cagnolini dalla mia vendetta. Come dici, Jason? Oh, mi perdoni, Maestro, con le luci in faccia non mi ero accorta che... (di nuovo recita) Ci sono cani che scavano tra le macerie, ci sono cani sotto le macerie, ci sono vite che lottano per vivere e c'è una dignità anche per morire. Ma tu, Jason, lasci morire ì tuoi cani sotto le macerie del tuo stesso monumento virtuale, ingannando me e quella poveraccia schiava della piramide che le fai innalzare... quella poveraccia della tua utile fidanzata: tu sei senza dignità, Jason. Che fai, sorridi? Ridi di me, di Me-Dea? Ridi del mio terribile, orribile gesto? Tu, Jason, avresti già la soluzione?! Tu hai 100mila dollari pronti per clonare ognuno dei tuoi cagnolini: è quello il prezzo richiesto a Tokyo per la loro clonazione. Ma sei tu, Jason, che sei il clone di te stesso: una copia di ragazzo. Da un momento all'altro, la gioventù svanisce e solo Mick Jagger resta Mike Jagger, perché lui è una pietra che rotola, tu uno stronzo che rantola. Applauso: qui è previsto un applauso, vero, Maestro? Sì, va bene, i tempi, i tempi comici, i tempi drammatici, coi tempi che corrono, la scansione, la partitura: queste son cose che interessano solo a noi. Al pubblico no: mi scusi, Maestro. Che cosa interessa al pubblico? E che ne so? Sono un attore, non uno spettatore! Magari, il Regista, invece... Va bene, passiamo direttamente al finale. Me ne vado, Jason: come volevi tu. Ma non l'hai vinta tu: vado via e mi porto via i cani e non saprai mai dove sono e se sono ancora vivi o se sono... se li ho... Me ne vado, Jason: quando vuoi sentirmi, ascolta. Sentirai la mia canzone: "When you meet yor love / you can fly by feet / when you meet your love / your love is big and great / 'cause true love is fat / like an happy cat / 'cause true love is slim / like an happy dream... / But when your love is lost / don't become a ghost / you've lost your lover / don't become a loser / when you lose one love / you can have a break / you can change your look / you can write a book / you can fly to Rome / you can rent an home / where you can live in love / where you can live alone / 'cause you live in Rome / in a room for you own / in a room with view / only you / o-only you / 'cause you live in Rome / 'cause you love in Rome / 'cause you walk in Rome / 'cause you act in Rome / 'cause you dream in Rome / 'cause you drink in Rome / 'cause you sleep in Rome / 'cause you live in Rooome!" ...Ok, ho capito; chiamate voi. Grazie!
Fabrizio Sebastian Caleffi
Fonte: F. S. Caleffi, Histrio is the girls' best friend, Milano 2018.