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La scomparsa di un prosciutto



Mi sembra di vederlo

quell'occhio impaurito,

guardar dovunque il misero

soffitto alleggerito,


con quel coltello in mano,

cercando dappertutto:

in alto, in mezzo, agli angoli...

Non c'era più il prosciutto!


Poi, quasi a domandare,

ispezionava il piano

che, par, gli disse: – Vattene

con quel coltello in mano...


Vedrai che, un'altra volta,

quel chiodo in quella trave

ti servirà benissimo,

se avrai con te la chiave. –


La donna, col coltello,

rimase lì perplessa.

E, quasi vergognandosi

un poco di se stessa,


per quel linguaggio strano,

e quella sparizione!...

Per grazia chiese un fulmine

al tempo del... boccone...


E risalì le scale,

facendosi la croce...

– Madonna mia, perdonami, –

gridava ad alta voce.


– Ascolta la preghiera

mia, questa volta sola;

fagli chiamare il medico,

per allargar la... gola! –


C'era una volta un povero

maiale affezionato

che, sottoposto all'opera

di chi l'avea comprato,


malgrado il gran salasso,

e quindi, l'apparecchio,

pensava, ostinatissimo,

al suo padrone vecchio.


Col qual, forse, pensarono

studiar qualche riuscita,

e quindi concertarono

la grande... calamita!


(1949)


Nicola D'Andrea

 

Fonte: N. D'Andrea, Le poesie di Nicola D'Andrea, Il Richiamo, Milano 1971.

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