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Stordimento da neve


Caroline Sorrentino nel 1947 a Whitestone.

Gli "esperti" meteorologi prevedevano per gennaio una notevole quantità di neve nella parte di New Jersey in cui vivo. Ad oggi - e siamo nel 2023 - non s'è vista. Anche se sono felice che ciò non sia avvenuto, questo mi ha fatto pensare ai tempi del liceo quando i notiziari notturni annunciarono una tempesta di neve. Ricordo di essere andato a letto con l'anticipazione della chiusura della scuola la mattina dopo, perché il tempo sarebbe stato davvero brutto per due giorni!

Non pensavamo mai a ciò che gli adulti avrebbero dovuto affrontare ma, perlomeno, non dovevano scappare al negozio perché il latte veniva consegnato a casa. Ora ricordo l'esito...

  1. che neve;

  2. quanta neve, appena sufficiente per chiudere la scuola;

  3. bufera di neve.

Non vedevamo l'ora di uscire. C'erano gli igloo da realizzare, gli slittini da costruire, le battaglie a palle di neve e i pupazzi di neve da costruire. Non vedevamo l'ora di uscire. In qualche modo, senza messaggi, tutti sapevano dove ciò sarebbe avvenuto. C'era una grande collina dietro casa mia, con pochissimo traffico, e in qualche modo siamo riusciti ad arrivarci tutti allo stesso momento.

Il freddo non è mai stato un problema. Stavamo fuori per ore, tornavamo a casa per pranzo, cioccolata calda Nestlé con latte intero, magari un panino; mettevamo i vestiti asciutti e tornavamo indietro. Alla fine della giornata eri contuso ed esausto e speravi che la scuola stesse chiusa anche il giorno successivo. Sono andato alla scuola cattolica quindi questo era raro: le suore non andavano matte per quelle cazzate.

Ora il liceo è un'altra faccenda. Ai miei tempi prendevi un autobus e due metropolitane. Aspettare l'autobus all'angolo non era però così divertente come scivolar giù per la collina. Sono stato fortunato perché la fermata dell'autobus era proprio dall'altra parte della strada e avevo cronometrato il suo arrivo al minuto. L'autobus ti lasciava proprio alla metropolitana, quindi dovevi solo muoverti bene sui gradini ghiacciati senza romperti il ​​collo. E allora in metrò c'era l'odore di lana bagnata dei stivali di gomma ad accoglierti. Se eri sfortunato capitavi nel vagone non riscaldato. Si cambiava il treno su una piattaforma all'aperto, col vento e la neve che turbinavano e, se la coincidenza era in ritardo, poteva fare piuttosto freddo. Una volta sceso ad Astoria, c'erano ancora sette-otto isolati da fare prima di arrivare a scuola. Ah, ai Christian Brothers non importava niente se eri in ritardo.

– Ma fratello, la neve...

– Saresti dovuto partire prima!

Una volta, durante le vacanze di Pasqua, c'era un temporale. Mio cugino Lou venne a riempire il serbatoio dell'olio e mi chiese se volessi lavorare sul camion. Sicuro! Ma non sapevo che avrei dovuto portare il tubo di casa in casa mentre lui mi sorvegliava da un taxi. Fu comunque molto divertente e guadagnai qualche soldo, così in estate mi assunse per aiutare a pulire i bruciatori a gasolio.

Durante gli anni di lavoro presso la Chemical & Chase Bank di New York, non vi fu un solo giorno di neve. Lavoravo ai trasferimenti di denaro. Dovevo solo arrivarci, e così ho sempre fatto.

Ora sono in pensione, posso guardare la finestra e meravigliarmi del candore della neve, almeno per un giorno. Spero che Mike venga a pulire il marciapiede e che lo spazzaneve cittadino non accumuli neve sul mio vialetto. Non sono così preoccupato per il latte e per il pane, ma controllo ancora la scorta di vino.


Robert Sorrentino

(trad. di Francesco Mendozzi)

 

Fonte: https://www.italiangenealogy.blog/, 7 febbraio 2023.

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