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Storia dell'organo (IX)

  • Immagine del redattore: Letteratura Capracottese
    Letteratura Capracottese
  • 20 lug
  • Tempo di lettura: 7 min

Aggiornamento: 1 ago


Britannic Organ
L'organo Britannic al Museo degli Automi musicali.

Da qualche parte,

qualcosa di incredibile attende di essere conosciuta...

[C. Sagan]


Come tutte le case del nostro paese, anche la nostra disponeva di una piccola stalla dove oltre alle galline ed alla capretta, il cui latte era fondamentale per i neonati in assenza del latte materno. C'era anche il maialino che rappresentava la fonte di sussistenza di tutta la famiglia per i lunghi mesi invernali. Papà mi raccontava sempre che, a causa di un ascesso perianale, il maialino di quel lontano anno della sua infanzia dimagriva a vista d'occhio. La fede, mista alla preoccupazione, con la consapevolezza che c'era poco da fare se non altro che affidarsi alla speranza portò tutti i componenti a riunirsi tutte le sere, prima di cena, nella recita del Rosario per invocare la guarigione del maialino.

Peraltro, gli avanzi delle operazioni di norcineria, nel saggio conoscere che tutto è utile alla sussistenza, venivano comunque riuniti in una pietanza chiamata gnuóglia. Simile recupero avveniva anche a primavera, in altre zone agricole, raccogliendo insieme tutti gli avanzi dei legumi e cereali secchi in una unica zuppa, ma anche alcuni empori mischiavano tutti i fondi dei superalcolici in un'unica bevanda da vendere a prezzi estremamente accessibili.

Gironzolando alla ricerca di informazioni per massacrarvi ben bene parlando del mondo dell'organo, mi sono imbattuto in notizie e racconti che avrebbero appesantito la già corposa esposizione che abbiamo affrontato. Tuttavia alcune notizie meritano comunque di essere riferite se non altro come semplici curiosità. Potrei chiamarle spigolature ma, dato che sono un paesano organista di provincia che non dimentica le proprie origini derivanti da cardatori di lana e calzolai beccatevi questa... gnuóglia di cantoria... Il guaio è che la gnuóglia rischia di essere più lunga della salsiccia!

Gnuoglia di cantoria

Un paragrafo a parte della storia dell'organo si è sviluppato in una lontana zona della Svizzera e in particolare nel Canton Gallo: il Toggenburg.

La comparsa del pietismo (XVII sec.) come forma di dissenso dalla Chiesa riformata istituzionale portò ad una concezione della vita religiosa più intima, personale e vissuta tra le mura domestiche: ciascuno nella propria casa era chiamato a essere pastore e le funzioni svolte nelle abitazioni vennero ampiamente valorizzate. Se nelle case patrizie e nei palazzi nobiliari l'organo, tra il XVI e il XVIII era un accessorio indice di prestigio, benessere e cultura musicale, nelle abitazioni del Toggenburg, dove il pietismo fece particolare presa, gli Hausorgeln (organi di casa) furono strumenti di fede e preghiera nati per accompagnare il canto. Dotati di un solo manuale di 49 tasti su quattro ottave e quasi sempre senza pedaliera, disponevano da due a otto registri esclusivamente ad anima ed erano prevalentemente suonati da mani femminili diventando per forma, suono e decorazioni un fenomeno unico nel suo genere. Venivano costruiti dapprima da falegnami che poi si specializzarono esclusivamente in tale direzione diventando maestri organari di cui ancora viene celebrato il ricordo ed il nome. Attualmente il museo locale annovera almeno cento di questi curiosi manufatti. Nella progettazione dovevano essere considerati i bassi soffitti delle abitazioni e la struttura, rigorosamente ad armadio con spesso le portelle di chiusura, era anche smontabile in due sezioni: una superiore ed una inferiore. Un suono caldo ed avvolgente che fa riflettere su quali fossero le sonorità con cui gli autori prebachiani dovettero spesso confrontarsi. Tale fenomeno fu presente, anche se in misura più ridotta, nel Vallese ed in Alsazia. Anonimi rimasero invece i maestri decoratori: specialisti anche nell'abbellimento del mobilio casalingo e che vengono oggi ricordati e classificati mediante lo stile decorativo, i colori e i soggetti scelti per la decorazione. Va comunque ricordato che questi graziosi organi erano impiegati anche nelle cerimonie profane e nelle feste, laddove nelle nostre latitudini imperavano fisarmoniche e organetti dubbòtte. A partire dal 1750 l'organo tornò a stagliarsi nelle cantorie delle chiese ma il fenomeno durò fino quasi alla fine del XVIII secolo.

Ma il mondo dell'organo riserva ancora moltissime sorprese e trovi organi laddove mai te lo aspetteresti.

Agli inizi del XX secolo la rotta per il Nord America era caratterizzata dalla forte concorrenza tra la Cunard, compagnia di navigazione che tendeva a effettuare traversate atlantiche nel minor tempo, e la White Star Line, la cui politica era orientata al lusso. Fu così che vennero progettate le navi della classe "Olympic" che comprendeva tre piroscafi: RMS Olympic, RMS Titanic e RMS Britannic. A margine ricordo che, oltre al colore dei fumaioli, il criterio per riconoscere l'appartenenza di ogni nave a ciascuna flotta era il suffisso finale del nome: -ia (es. Mauritania) indicava le navi della Cunard; la particella -ic (es. Titanic) era propria della White Star Line. Mi sono chiesto se tali navi disponessero a bordo di organi a canne. La presenza di organi a canne a bordo dei piroscafi è ampiamente documentata circa le navi di compagnie minori o sui natanti adibiti a sala concerto galleggiante. Non sono disponibili prove documentali o fotografiche attestanti la presenza di un organo a bordo della RMS Olympic. Al contrario uno strumento ad azionamento meccanico con rullo di carta perforata oltrechè dotato di consolle con due manuali e pedaliera è conservato al Museum für Musikautomaten (Museo degli Automi musicali) di Seewen. Costruito dalla Welte Philarmonie di Friburgo nel 1916, era destinato in un primo tempo ad essere installato sul RMS Britannic. Un organo meccanico infatti, previsto nel progetto della nave, era ormai ritenuto perduto. Tuttavia i restauri del 2007 dello strumento conservato nel museo misero in evidenza le stampigliature di destinazione "Britanik" su alcune parti lignee nascoste, ma il RMS Britannic, varato nel 1915, fu destinato a diventare nave ospedale prima che la Welte potesse procedere al montaggio a bordo. Una serie di passaggi di collezione in collezione portò l'organo al museo di Seewen insieme al patrimonio unico di oltre 1.200 rulli perforati, testimonianze di un gusto musicale di altri tempi e dello stile esecutivo degli organisti di quell'epoca.

Ma il Titanic? Ebbene al Siegfrieds Mechanisches Musikkabinett (Museo musicale meccanico di Siegfried) di Rüdesheim am Rhein è conservato un altro grande strumento automatico sempre opera della Welte che la leggenda vuole essere stato progettato e costruito per il RMS Titanic. Sappiamo che il RMS Titanic disponesse di ben cinque pianoforti a bordo di cui uno a coda. Ritardi nella costruzione ne impedirono l'installazione in tempo per il viaggio inaugurale del 10 aprile 1912, montaggio che venne previsto per una fase successiva, ma un Iceberg si mise in mezzo. Va detto che in questo caso non si hanno documentazioni certe al riguardo che possano confermare o sfatare la leggenda. Una nota riferisce che anche nel Deutsches Musikautomaten-Museum (Museo tedesco degli Strumenti meccanici) di Bruchsal, sia conservato uno strumento Welte destinato al RMS Titanic. Anche qui, purtroppo, mancano prove al riguardo tranne il fatto che l'alimentazione del motore è a corrente continua anziché alternata: tale alimentazione era proprio quella fornita dai generatori elettrici montati sui piroscafi in esercizio in quell'epoca.

Dubbi sono stati sollevati inoltre sulla possibilità di sopravvivenza nel tempo di questi strumenti una volta a bordo: la salsedine e i movimenti impressi dal moto del mare avrebbero potuto influire negativamente sulle strutture foniche e portanti.

E ancora il vento che da secoli fluisce nei somieri ci sussurra una leggenda: l'organo venuto dal mare...

Nel XVII secolo una bottega organaria di Como ebbe l'incarico di costruire un organo da inviare ad Alessandria d'Egitto. Dopo le opportune prove lo strumento fu smontato, riposto in delle casse e imbarcato per essere spedito via mare. Ma una improvvisa e violenta tempesta lungo le coste della Puglia, mentre si accingeva ad affrontare il canale di Otranto, fece naufragare il galeone la cui carcassa si arenò lungo le coste salentine. I pescatori di una cittadina nelle vicinanze accorsero a portare soccorso non trovando purtroppo nessun superstite e aperte le casse e rendendosi conto di che strano e prezioso dono gli era capitato tra le mani, vollero che quell'organo venisse montato nella loro chiesa. Da allora, la cantoria della Chiesa di S. Nicola Magno a Salve (LE) sfoggia un prezioso e bellissimo strumento.

In realtà lo strumento, opera del lombardo Giovan Battista Olgiati e del pugliese Tommaso Mauro su commissione del presbitero Francesco Maria Alemanni, fu completato nel 1628 durante la permanenza dell'Olgiati al Sud. Splendido esemplare di sincretismo tra la scuola lombarda e quella pugliese, è lo strumento più antico funzionante in terra di Puglia. Rimasto pressoché immodificato nel corso dei secoli ci fornisce un'importantissima testimonianza delle sonorità di quel periodo e di quanto fossero intensi gli scambi culturali ed artistici tra il Nord e il Sud dell'Italia.

Al contrario, l'organo pugliese più antico giunto fino a noi risale al 1558 e risiede nella Cattedrale di Galatina (LE), ma attualmente è ridotto al silenzio.

E, sempre cullati dal vento, ci facciamo trasportare verso Oriente sulle tracce di Marco Polo per raggiungere il Celeste Impero...

Ancora oggi uno strumento molto popolare in Cina è lo sheng, ascritto alla classe degli organi a bocca e costituito da una base con canaletto dove poggiano delle canne di bamboo e molto simile allo shõ giapponese che da esso deriva. Alcuni documenti ci tramandano che nel 1271 presso la corte dell'imperatore, appartenente alla dinastia Yuan e discendente da Khublai Khan, esisteva uno strumento "positivo" in canne di bamboo ed azionato da tasti a leva con modalità di funzionamento e struttura simili ai nostri antichi blockwerk denominato xinlong sheng. Quasi sicuramente fu portato in dote da una etnia arabo-musulmana stabilitasi in Cina seguendo la Via della Seta e quindi sotto l'influenza della cultura occidentale. Il vento era fornito da mantici ma non poteva essere suonato in modo ufficiale presso la corte imperiale poiché costruito secondo il sistema tonale europeo. Sappiamo che successivamente un musicista di corte ne appose delle modifiche per ricondurre il progetto all'accordatura cinese e prese il nome di diantin sheng. Tuttavia non ebbe molto successo e si dovette aspettare il XIX secolo per vedere comparire i primi organi strutturati in foggia europea. Attualmente in Cina esistono circa cinquanta strumenti distribuiti tra auditoria, chiese e conservatori. Ma non è ancora tutto...


Colui che cerca non smetta di cercare...

[Vangelo di Tommaso]


Francesco Di Nardo



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