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Il territorio di Capracotta: note topografiche



Non è difficile scorgere su di una qualsiasi carta geografica d'Italia il territorio di Capracotta: basta seguire con lo sguardo da sinistra a destra la linea della latitudine di Roma, e da sotto in su quella longitudinale di Napoli per incontrarlo nella convergenza delle due linee. Perché l'abitato è posto proprio sul parallelo 41 1/2 e sul meridiano del Castel dell'Ovo. Si stende fra l'agro di Pescopennataro e S. Angelo del Pesco verso Nord, di quello di Agnone ad Est, di Vastogirardi a Sud e di S. Pietro Avellana e di Castel del Giudice ad ovest per un'ampiezza approssimativa di 4.500 ettari in cifra tonda, tomoli locali 13.500 circa di are 33,65 ciascuno. Un terzo circa trovasi coperto da bosco ceduo di faggio e di poche altre specie legnose; altri cinquecento ettari sono a nudo pascolo od incolti; in altri 2.500 son sparsi i terreni coltivati.

La maggiore altimetria è quella del Monte Capraro, 1.741 m.; la minima è un avvallamento scavato nella contrada Lama dal corso del Verrino; località detta Molini del Signore, ove comincia pure l'agro di Agnone, 890 m. Seguono in ordine di altimetria massima i culmini del Monte Campo, 1.645 m.; di S. Nicola della Macchia, 1.514 m.; di Vallesorda, 1.512 m.: e di altimetria minima la prateria di Monteforte, 1.200 m.; della regione Macchia, Masseria del Duca, 980 m.; della regione Sotto la Terra, Masseria Coste Fiadine, 997 m. Quella dell'abitato vien comunemente portata a 1.421 m. misurati all'ingresso della Chiesa che sovrasta però alla somma parte di esso abitato.

Dal coacervo dunque di queste altezze maggiori e minori dei diversi punti dell'agro si arguisce che, se il territorio intero ipoteticamente volesse considerarsi in un esteso altipiano, la sua giacitura avrebbe un'altimetria non inferiore a 1.300 m. dal livello del mare. Al contrario di tale ipotesi esso è scosceso con pendenze più o mene ripide, e gli scoscendimenti si presentano nelle più opposte direzioni. Non vi è alcuna larga estensione in piano, eccetto la prateria di Monteforte verso Vastogirardi costituita da poco più di una ventina di ettari.

La linea secondo cui è disposto per lungo l'abitato in direzione nord-est, sud-ovest, ed il prolungamento della linea stessa alle vette del Campo e Monte Capraro, costituisce la sommità dello spiovente delle valli del Sangro ad ovest e del Verrino ad est ambedue però nel versante Adriatico.

Parecchi degli scoscendimenti di cui ho fatto parola mettono a nudo strati di roccia tagliati a picco spesso per altezze rilevanti; in dialetto sono indicati col nome di "ritagli". Considerevoli sono specialmente quelli che fanno corona alle creste del Campo verso settentrione, mentre il dorso del monte stesso da nord-ovest verso sud-est declina piuttosto dolcemente così da farlo rassomigliare di lontano a un immane felino accovacciato sul ventre. Alti e dirupati sono pure quelli all'estremo della regione detta di Prato Gentile, sporgenti sui limitrofi territori di Pescopennataro e di S. Angelo del Pesco: gli altri verso ovest nella regione Guardata denominata Coste della Rochetta e gli altri ancora dalle vette di Vallesorda e del Monte Capraro verso sud-ovest; della sommità del Monte S. Nicola della Macchia verso nord-est; ed infine quelli su cui trovansi edificate le case dell'abitato verso ovest. I primi specialmente si stendono per rilevanti lunghezze, centinaia di metri circuenti le sommità montane. In diversi posti grosse falde di queste rupi si trovano staccate dal nucleo roccioso del monte cosi da lasciare delle lunghe e profonde fenditure, quasi caverne verticali chiamate volgarmente Fosse. Parecchie delle più estreme di queste fenditure si sono sgretolate e tuttora si sgretolano, staccandosene enormi macigni che precipitano a valle. Di altre più interne talvolta si serve qualcuno per riporvi la neve: la loro profondità varia, talvolta sorpassa i venti metri; ma il vuoto di rado eccede i metri 150 in larghezza.


Luigi Campanelli


 

Fonte: L. Campanelli, Il territorio di Capracotta. Note, memorie, spigolature, Tip. Antoniana, Ferentino 1931.

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