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Un totem chiamato Madonna


La Madonna di Loreto (foto: A. Mendozzi).

Ogni tre anni Capracotta festeggia Santa Maria di Loreto, la cui statua ha fattezze inconsuete. Il busto della Vergine, infatti, è costituito da un tronco d'albero appena sbozzato e che mostra la sua originaria forma arborea. Una leggenda ne spiega il motivo.

Si narra che un giorno, in un avvallamento che si estende fuori da Capracotta e di fronte al quale si ergeva una piccola e rozza cappella, la Madonna sia apparsa ad un carbonaio intento a tagliare un pero selvatico.

Al primo colpo di scure, l'uomo sentì una voce:

– Perché vuoi tagliarmi?

Il carbonaio si guardò intorno ma non vide nessuno. Quindi, colpì ancora la pianta con l'ascia.

– Che fai? Così mi ferisci –, udì stavolta.

La voce proveniva inequivocabilmente dall'albero.

Incredulo e impaurito, il carbonaio buttò la scure e scappò via. Ma fatti alcuni metri si fermò, attratto da una luce alle sue spalle. Si voltò e vide tra i rami del pero l'abbagliante figura della Madonna che, dopo pochi istanti, svanì.

L'uomo, allora, corse in paese e raccontò l'accaduto.

La mattina seguente, molta gente incuriosita si recò nel luogo dell'apparizione. Alcune donne si inginocchiarono davanti all'albero, pregando e invocando la Madonna. La cosa si ripeté per circa un mese, finché un bel giorno esse non trovarono più la pianta. Nella vicina cappella rurale, però, era apparsa magicamente una scultura lignea che raffigurava la Madonna di Loreto. E si vuole che essa sia nient'altro che il tronco del pero.

Infatti, chi avesse la ventura di poter osservare la statua priva delle proprie vesti, noterebbe distintamente le fattezze dell'albero originario. Ma solo alcune pie donne del paese hanno questo privilegio quando, nel giorno della festa, svestono la Madonna per rivestirla con l'abito elegante della processione.

Quella statua testimonia un'antica idolatria pastorale. La sua "anima" è un totem.


Mauro Gioielli

 

Fonte: M. Gioielli, La cultura musicale e le tradizioni orali dei pastori transumanti, in E. Petrocelli, La civiltà della transumanza. Storia, cultura e valorizzazione dei tratturi e del mondo pastorale in Abruzzo, Molise, Puglia, Campania e Basilicata, Iannone, Isernia 1998.

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