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La chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista a Cineto Romano


La chiesa di Cineto Romano a un secolo di distanza.

Dai rigorosi tratti architettonici, la chiesa parrocchiale di Cineto Romano è un bell'edificio situato in piacevole posizione e dedicata a San Giovanni Battista. L'interno è a tre navate, divise da possenti pilastri, nella parete di fondo della nave centrale, spicca una pregevole tela raffigurante San Giovanni Battista nel deserto le cui fattezze riproducono un modello locale, opera del Cavalier Vincenzo Manenti (1600-1674), artista nativo di Orvinio, che eseguì tra le altre, alcune pitture nel Duomo di Tivoli.

Nel pilastro centrale della navata, vi è il monumento al Cardinale Filippo Giustini, effigiato in un busto bronzeo, opera dello scultore Francesco Jerace (1854-1937), inaugurato con solenne ed inusuale cerimonia il 7 febbraio 1927. La navata laterale di destra ospita la cappella dedicata a San Rocco, il cui culto ebbe inizio con la peste del 1635, insieme agli altari di Sant'Agata, Sant'Andrea Apostolo e Sant'Antonio da Padova. Nella navata di sinistra trovano posto gli altari della Madonna del Carmine, della Crocifissione, San Luigi e San Giovanni Batista. Di bella fattura è la tela raffigurante la Madonna in trono con bambino e santi, databile tra '600 e '700.

Per l'amministrazione dei beni della Chiesa, sin dal 1580, vi furono istituite le Confraternite del SS. Sacramento e del Rosario, nonché quella di Sant'Agata, le quali saranno in seguito disciolte.

L'edificazione di questa chiesa risale al 1280, nel periodo in cui si formò il borgo, con la riunione delle abitazioni ai piedi del palazzo baronale. L'originaria struttura, eretta a spese della popolazione, era di modeste dimensioni e costituita da un'unica navata.

Nel 1641, apparendo visibili le ingiurie del tempo, venne demolita per decreto del Vescovo di Tivoli, il Card. Giulio Roma, il quale obbligava la comunità della Terra di Scarpa alla riedificazione dell'edificio dalle fondamenta, assumendo la conformazione attualmente esistente.

Attraverso un antico documento, è giunta fino a noi la "Memoria della vecchia campana di scarpa rotta il 6 febbraro 1860" dove si legge:

Mentem sanctam, spontaneam, honorem deo et patriae liberationem, Nicolaus de Capracotta me fecit anno MDXLV Bertollo Urso parenti Ramunno, si... Nicolo Persio Arcangelo Antonio tempore masarii.

La "Memoria della vecchia campana di scarpa rotta il 6 febbraro 1860".

Il terremoto del 13 gennaio 1915, che distrusse la città di Avezzano, danneggiò in modo particolare il vecchio campanile e la campana che cadde nuovamente a terra frantumandosi.

Nel 1933 si formò un comitato per riedificazione di un nuovo campanile che si eresse poco distante da quello in rovina demolito poco tempo dopo, su due delle sue facciate furono raffigurate le immagini di San Giovanni Battista e Sant'Agata, patroni del paese, opera a graffito del pittore G. Ciotti.

 
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