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La felicità delle piccole cose


Il confine tra Abruzzo e Molise dalla cima di Monte Campo (foto: A. Mendozzi).

C'è un'Italia meno conosciuta, fatta di paesini e angoli di natura incontaminata, che vale la pena visitare: non solo perché si scoprono posti di insospettata bellezza, ma anche perché ci si immerge in ritmi rilassati, in atmosfere di pace e si gode di quei piccoli ma allo stesso tempo grandi piaceri della vita, come una cucina sana e gustosa, rapporti umani autentici, angoli di serenità. Ci troviamo al confine tra due regioni - Abruzzo e Molise - in quel comprensorio chiamato Agnonese-Medio Sangro. Sul versante molisano Capracotta, Agnone e Pescopennataro, in provincia di Isernia, sono i paesi più vicini; su quello abruzzese i borghi di Rosello, Borrello e Roio del Sangro, in provincia di Chieti, ci aprono la strada per la valle del fiume Sangro. Siamo circondati da montagne che hanno sofferto lo spopolamento migratorio, ma anche per questo ci regalano una natura immacolata, borghi silenziosi, storie singolari e sapori genuini.

 

Tradizione molisana

Arrivando dalla Roma-Napoli (A1) ci muoviamo nei primi paesi in Alto Molise. Agnone, la cittadina più popolosa del comprensorio, è nota per la produzione di campane, tradizione che scopriamo al Museo della Campana dell'Antica Fonderia Pontificia Marinelli, tramandata in famiglia da ventisette generazioni. Ancora oggi l'azienda produce campane bronzee per le chiese di tutto il mondo e il percorso museale ci racconta anche le tecniche di produzione. Va da sé che il centro storico di Agnone è uno scrigno di chiese, tutte da scoprire. Come quella di San Francesco (XV sec.), con cupola a tamburo su un campanile la cui parte finale è in ferro battuto. Gli altri tesori di Agnone sono i dolci: i "confetti ricci", le "campane" rivestite di cioccolata e tanti altri. La campana, ottenuta da un impasto a base di noci e farina di mandorle e ricoperta di puro cioccolato gianduia, è la specialità della Dolciaria Labbate Mazziotta, a gestione familiare. Tra le ricette tradizionali, le ostie ripiene di miele, cioccolato, noci e mandorle, e i mostaccioli. La Dolciaria Carosella, confettificio artigianale fondato nel 1839, produce in esclusiva la mandorla confettata riccia, un confetto morbido fatto con una mandorla siciliana di Avola tostata e aromatizzata alla cannella, che fa da ripieno a un guscio di zucchero cristallizzato e rugoso. Deliziosa anche la pasta reale con mandorle aromatizzate, ricoperta di puro fondente.

 

Sull'alto Appennino

In meno di 20 km. siamo a Capracotta, 1.420 d'altezza e solo un migliaio d'abitanti, il tipico paesello sorto attorno a una chiesa: la settecentesca Chiesa Parrocchiale dell'Assunta, fondata a sua volta sui resti di una chiesa arcaica. Qui nel "paese delle bufere" il manto nevoso può superare il metro abbondante, non a caso Capracotta è il secondo Comune più alto dell'Appennino, situata tra i monti Capraro e Campo, a due passi dagli impianti sciistici di Prato Gentile. Sulle vette dell'Alto Molise, a ridosso delle abetine abruzzesi, le piste di sci da fondo si addentrano in un'incantevole faggeta. Per recuperare energie ci attende una cucina piena di bontà, come la tenerissima "pezzata", una minestra di pezzi di carne di pecora in brodo. La cena perfetta che gustiamo al ristorante L'Elfo, dal bravo chef Michele Sozio, che ci riserva anche un assaggio finale di formaggi artigianali. Buonissimi: scamorze, stracciate, pecorino e caciocavallo "macchione". L'ultimo scampolo di Molise è il borgo ameno di Pescopennataro, abbarbicato a 1.200 metri su uno sperone a strapiombo sulla valle del Sangro: avvolto dalle masse di nuvole in movimento, nel rosa e nell'azzurro del tramonto, è uno spettacolo suggestivo. Un tempo era il paese degli scalpellini, oggi c'è solo Edoardo Lalli a fare il mestiere, in un negozio con laboratorio a due passi dai picchi rocciosi del borgo. Alla storia e alla lavorazione della pietra è dedicato il Museo "Chiara Molinari", testimonianza di una lavorazione litica evoluta.

 

Il versante abruzzese

Superata l'ultima tappa molisana, dopo qualche curva e una breve sosta all'eremo di San Luca - una "grotta" con madonnina sotto un'imponente parete rocciosa - entriamo in Abruzzo. Gli scenari non cambiano, c'è omogeneità: le due regioni furono divise nel 1963. Però sul versante abruzzese del comprensorio ci attende una "piccola Scandinavia": l'abetina di Rosello, l'area di abete bianco più grande del centro Italia: circa 211 ettari di abeti bianchi alternati a faggio e altre specie. Il bosco vetusto, il più integro della riserva, conserva una biodiversità da manuale, con 600 specie di piante, centinaia di muschi, licheni e funghi, 600 tipologie di coleotteri e 450 di farfalle. E ancora: anfibi, rettili, dodici differenti tipi di pipistrelli e decine di varietà di uccelli, comprese le sette specie di picchio dell'Appennino. È un'esperienza indimenticabile: i passi sulla neve, il silenzio interrotto dagli uccelli, il freddo pungente, l'aria purissima e balsamica.

Fuori regione non molti sanno che il paese di Rosello ha come sindaco Federico Moccia, lo scrittore dei popolarissimi "Tre metri sopra il cielo" e "Scusa ma ti chiamo amore". Si tratta di un borgo medievale nato nel Mille attorno alla rupe chiamata "la torre", per la presenza sulla sua cima dei resti di una torre d'avvistamento circolare. Qui, a circa 1.010 metri, davanti ai nostri occhi, a 360 gradi, si gode di uno splendido panorama con il massiccio della Maiella, i monti Pizzi nel Parco della Maiella, la valle del fiume Sangro, la riserva dell'Abetina e il paese di Roio del Sangro su uno sperone roccioso davanti al monte di Castel Fraiano.

 

Terra d'abbondanza

La nostra tappa successiva è proprio Roio del Sangro, il paese dei "cuochi di famiglia", storia curiosa. Nel borgo semi-deserto ogni famiglia vanta un cuoco che ha lavorato in case importanti: chi per i Chigi, chi per Yul Brynner, chi per l'Aga Khan e chi, ancora oggi, per gli Agnelli. Il fenomeno dei "cuochi di famiglia" si sarebbe sviluppato attraverso la solidarietà degli emigranti, che aiutavano amici e familiari di nuova emigrazione. La scoperta è coronata dai buoni piatti della cuoca Vincenzina Annecchini, alla trattoria Sangri Là, nel centro di un paese quasi solo di anziani. A tavola arrivano fumanti ottime "sagne a pezze" al pomodoro e le "sagne 'andremap", cioè delle spesse tagliatelle di farina integrale condite con ricotta di capra, cicoria ripassata, pecorino di Capracotta e peperoncino secco. Si chiude in bontà con un secondo gustosissimo, le "pallotte" cacio e uova al sugo, vanto di Vincenzina.

Per smaltire tanta abbondanza, dopo una visita alla chiesa di Santa Maria Maggiore, ci trasferiamo a Borrello per un giro alle Cascate del Verde, una riserva con percorso attrezzato di 400 metri nel bosco e un belvedere sui giochi d'acqua del rio Verde. Il torrente nasce dalla confluenza di più affioramenti sul pianoro tra Rosello e Pescopennataro e dopo nove chilometri precipita tumultuosamente da una parete di roccia calcarea, con tre salti d'acqua principali, per confluire dopo varie ripide nel fiume Sangro. Ma se avete un cane da tartufo portate anche lui: a Borrello si trovano sia il bianco pregiato Tuber magnatum (Pico) (a ottobre-dicembre) che il nero scorzone. Questo a maggio, però. Quando la magia dell'inverno avrà lasciato il posto a una primavera altrettanto splendida.


Massimiliano Rella

 

Fonte: M. Rella, La felicità delle piccole cose. Alla scoperta di Abruzzo e Molise, in «Marcopolo», VII:6, Guidonia Montecelio, novembre-dicembre 2016.

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