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Fonti e sorgenti di Capracotta: la Fonte del Bacile


La Fonte del Bacile nel 1987 (foto: F. Di Tella).

Questa fonte non esiste più né in quanto manufatto né in quanto sorgente. Tuttavia, fino a trent'anni fa, era ancora possibile bere le sue limpide acque, anche se il catino che le presta il nome (in capr. Fónde de re Vaccìle) era già stato trafugato.

Il bacile, infatti, altro non era che un vassoio in pietra lavorata atto a raccogliere le sorgive scaturenti dal cuore di Monte Cavallerizzo, nel fitto del bosco di Vallesorda, pochi metri al di sotto dell'attuale strada Montesangrina. Il bacile in metallo, d'altronde, dal Medioevo in poi ha ricoperto anche una funzione liturgica, o per deporre le offerte in denaro e in natura o, più spesso, per raccogliere l'acqua versata per l'abluzione sulle mani del celebrante.

La Fonte del Bacile, infatti, era geograficamente situata a metà strada tra il Monastero di S. Giovanni Capraro e la Chiesa di S. Nicola di Vallesorda, quindi non è peregrino immaginare che fra l'uno e l'altra vi fossero vie di comunicazioni e che su queste sorgessero acquasantiere o bacili per le lavande.

Non dobbiamo infatti mai dimenticare che la presenza di fonti sul territorio è giustificata non solo dalle tipiche attività lavorative (pastorizia, agricoltura e selvicoltura) ma, in alcuni casi, si devono prevedere utilizzi terzi, attinenti con le abitudini religiose degli antichi, per i quali l'acqua aveva un significato decisamente più sacro di quello che siamo soliti riconoscerle.



Se oggi voleste cercare la Fonte del Bacile non la trovereste. Al suo posto trovereste invece un bel cesso in ceramica: questo la dice lunga sul cambio di passo tra i tempi andati e quelli odierni!


Francesco Mendozzi

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