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La prima volta di Capracotta su un quotidiano


La prima pagina del "Giornale del Regno delle Due Sicilie" del 20 settembre 1824.

Napoli, lunedì 20 settembre 1824. Sul "Giornale del Regno delle Due Sicilie" apparve un lungo articolo di cronaca interna, non firmato, nel quale si informava che il giorno prima Sua Altezza Reale il duca di Calabria, l'«Augusto figliuolo di Ferdinando», aveva fatto rientro in Napoli dopo un soggiorno nella riserva di caccia di Montedimezzo. È questa la prima volta in cui Capracotta compare in un articolo stampato su un quotidiano, il Giornale del Regno, pubblicato nella capitale borbonica dal 1821 al 1848.

La visita del principe Francesco, futuro re Francesco I delle Due Sicilie, venne infatti descritta per filo e per segno dall'ufficiale capracottese Bernardo Falconi dieci giorni dopo in un'avvincente relazione, però, grazie al "Giornale del Regno delle Due Sicilie", abbiamo una cronistoria più ampia sul viaggio di Sua Altezza. Il cronista, con una piaggeria che non ha eguali nelle democrazie odierne, cominciò col dire che:

Il dì 13 del corrente alle ore 9 antemeridiane S. A. R. volle salire parte a cavallo parte a piedi sul più eminente sito della sua tenuta, detto Montedipenna. L'A. S. si compiacque dell'ampia veduta che colà aprivasi al guardo, e col favore de' telescopi scoprì vari luoghi lontani de' quali domandò minutissimo conto. Scesa quindi dalla parte opposta del monte stesso alla contrada coltivatoria denominata Pignataro, ed ivi trovati molti suoi coloni, che trebiavan le biade, si benignò di entrar seco loro in discorso su quel meccanismo, suggerendo ad essi qualche util mezzo di migliorarlo. Noi notiamo tali circostanze, perché nulla più onora un Principe reale quanto la cognizione della pastorizia e dell'agricoltura che la base pur formano delle civili società, cognizione che quando va unita a quella delle arti utili, come si verifica appunto in persona di S. A. R., diviene di prosperità pubblica assai doviziosa sorgente.

Dopo aver migliorato in quattro e quattr'otto la tecnica agricola dei braccianti molisani intenti a lavorare la dura terra del Bosco di Pignataro, oggi in Comune di Vastogirardi, il sovrano manifestò «il desiderio di portarsi sulle alture di Capracotta». E fu così che:

Gli abitanti di quel comune e di Vastogirardi fossero tosto corsi con movimento tutto spontaneo ad agevolargli con sollecito e non interrotto lavoro il disastroso cammino. S. A. R. mandando ad effetto il suo disegno, il dì 18 circa le ore 7 antimeridiane, fra le acclamazioni più lusinghiere di quelle popolazioni si recò al monte detto Campo, il più elevato tra i monti di quelle adiacenze. La smisuarata altezza del sito, e la serenità del tempo permisero all'accurato Principe giunto alla sommità, di osservare co' cannocchiali vasta parte di varie provincie del regno, godendo d'uno de' punti di vista più grandiosi che gli Abruzzi presentano.

Il 17 settembre, non pago e mai stanco, Francesco volle lasciare il «suo Casino per restituirsi alla Capitale», ma prima di tornare nella bella Napoli, pensò di visitare le due maggiori città di quella Provincia, Isernia e Campobasso. Il redattore continuò la sua deferente cronaca:

Alle ore sei e mezzo pomeridiane giunse S. A. R. ad Isernia. Nella città vi fu la sera generale illuminazione. Faceva sovratutto splendida figura bella macchina assai brillantemente illuminata e disposta in forma di tempio dirimpetto all'abitazione dell'A. S. R., nel centro interno del quale vedevasi in quadro trasparente l'augusta immagine di S. M. il Re Nostro Signore in atto di mostrar il codice delle leggi al suo popolo.

Stando alle informazioni presenti sul Giornale del Regno, il duca di Calabria soggiornò proprio nel suo palazzo, oggi conosciuto col nome di Palazzo De Lellis-Petrecca, impiantato su una domus romana e affacciantesi su corso Marcelli, il bellissimo decumano della città pentra. Proprio dinanzi all'edificio le autorità d'Isernia montarono una «macchina assai brillantemente illuminata», il che fa pensare alla successiva erezione in quelle adiacenze, nel 1832, d'un obelisco in onore di Ferdinando II, demolito nel 1896. Il giornalista raccontò quindi l'entrata in Campobasso del 18 settembre:

Gli abitanti di quella capitale le andarono incontro con rami verdeggianti gridando Viva il Re, viva il Duca di Calabria. L'ingresso dell'Augusto figliuolo di Ferdinando in quella città non poteva esser contrassegnato da più liete dimostrazioni di rispetto e di amore, e formerà sempre un'epoca memorabile ed avventurata per quella fedel popolazione. Appena egli giunse si affrettò a visitare la chiesa colleggiale di S. Leonardo, ove si fecero trovare l'intendente con tutte le altre autorità di quel capoluogo; e dove fu introdotta da Monsignor Pasca vescovo di Boiano con tutto il clero. Ivi l'A. S. R. ricevé la benedizione del Santissimo. Il dopo pranzo l'A. S. si recò a percorrere la nuova strada detta di Termoli, e quindi passò ad osservare il real collegio Sannitico, con prendere esatto conto del metodo d'insegnamento ch'ivi si tiene.

Soltanto il 19 settembre Sua Altezza decise di tornare a casa, scortato in Terra di Lavoro dal «Marchese di S. Agapito, e general O’Farris, [e] da Monsignor Vescovo di Cerreto»; si pensi che «quest'ultimo transito fu una continuata festa eccitata dall'entusiasmo più puro per sì fausto avvenimento».

Ciononostante il cronista del "Giornale del Regno delle Due Sicilie" era talmente fanatico ed ossequioso nei confronti della dinastia borbonica che mai avrebbe pensato possibile la reazione borbonica del 1860 contro il dilagante liberalismo, l'Unità d'Italia realizzata dai Savoia nel 1861 ed infine la nascita della Repubblica Italiana nel 1946 dopo la drammatica esperienza del fascismo. La storia raccontata dai quotidiani non corrisponde mai a quella dei libri di storia e il motivo è presto detto: la storia è inattuale per definizione e non ammette giochi di parte.


Francesco Mendozzi

 

Bibliografia di riferimento:

  • L. Campanelli, Il territorio di Capracotta. Note, memorie, spigolature, Tip. Antoniana, Ferentino 1931;

  • M. De Leonardis e G. Venditti, La storia di Isernia del Garrucci illustrata da Cesare De Leonardis, Volturnia, Cerro al Volturno 2018;

  • R. Garrucci, La storia di Isernia raccolta dagli antichi monumenti, Napoli 1848;

  • F. Mendozzi, Guida alla letteratura capracottese, vol. I, Youcanprint, Tricase 2016;

  • N. Mosca, Libro delle memorie, o dei ricordi, Capracotta 1742.

  • Notizie interne, in «Giornale del Regno delle Due Sicilie», 223, Napoli, 20 settembre 1824.

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