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Capracotta, 2 novembre 2013: 70° anniversario della distruzione



Non credo che questa sera ci stiamo occupando di storia minore. Certo, le storie locali, le storie delle piccole comunità quasi mai trovano spazio nella storiografia ufficiale; ma esse sono oltremodo importanti perché parlano di persone in carne ed ossa che hanno sofferto o sono morte dando il loro contributo alle necessità della patria.

Quando Bertolt Brecht si chiedeva: “Ma, Napoleone con sé non aveva nemmeno un cuoco?”, intendeva rimarcare l'importanza di tutti coloro che partecipano agli eventi storici, anche di quelli che svolgono le mansioni più umili. La stessa consapevolezza mosse il grande Benedetto Croce a scrivere la storia di Pescasseroli, suo paesello natio. Le micro storie sono, insomma, tanti tasselli che vanno a comporre la grande storia, la storia universale.

Anche gli elaborati pervenuti al concorso letterario di quest'anno, che si ispirano all'ultimo conflitto mondiale e agli avvenimenti drammatici del 1943 quando Capracotta venne distrutta dai Tedeschi, non vanno visti come racconti di storia minore, ma vanno inquadrati nel difficile momento dell'occupazione nazista durante la quale si scrissero pagine gloriose della Resistenza italiana contro l'esercito nemico che occupava il nostro suolo. Martiri della Resistenza furono i fratelli Fiadino che furono giustiziati per aver dato ospitalità ad alcuni soldati nostri alleati ed eroine della Resistenza sono da considerarsi le tante donne dell'Alto Molise che nascosero nelle loro abitazioni molti di quei soldati o che si adoperarono per salvare il loro bestiame o altri averi togliendo così il sostentamento al nemico e rendendogli la vita difficile. In queste imprese il ruolo delle donne fu fondamentale, in quanto gli uomini erano costretti a nascondersi per timore di essere rastrellati dai Tedeschi e avviati a scavare trincee.

Oltre a questi episodi pur significativi, durante l'occupazione tedesca si registrarono nel Molise molte azioni di sabotaggio e di vera lotta partigiana messe in atto da giovani molisani in modo spontaneo o organizzato; ricordiamo a tal proposito che il podestà di Fornelli Giuseppe Laurelli e i suoi cinque concittadini vennero giustiziati non solo per rappresaglia, ma anche perché stavano progettando un piano per impedire ai Tedeschi di entrare nel paese attaccandoli nel bosco dove erano accampati. Ricordiamo anche l'impresa memorabile del principe Giovanni Pignatelli, giovane ufficiale dell'Esercito Italiano che, insieme a Francesco Stroia di Gallo Matese, riuscì a sminare il ponte cosiddetto di 25 Archi sul fiume Volturno, di estrema importanza per le comunicazioni tra il Molise e le regioni vicine del Lazio e della Campania. Grande impresa compirono Ermanno Izzi ed altri giovani di Cerro a Volturno che disinnescarono due casse di dinamite dal ponte di Valloni di Cerro che i Tedeschi volevano far saltare, salvando così le circostanti abitazioni di quella frazione.

All'inizio di marzo del '44 si costituì a Roccasicura una compagnia di volontari molisani composta di soldati sbandati, contadini, impiegati, studenti che dapprima vennero addetti dagli Alleati ai servizi ausiliari, ma che poi, dopo un breve corso di addestramento, costituirono la CXI Compagnia Protezione Ponti con compiti militari. I giovani partigiani molisani dopo aver partecipato allo sfondamento della Linea Gustav, presero parte a tutta la compagna adriatica fino alla liberazione di Ancona e di Pesaro. Tra essi erano presenti quattro giovani di Capracotta:

  1. Caporicci Giulio, classe 1924;

  2. Carnevale Donato, classe 1915;

  3. Di Luozzo Diodato, classe 1925;

  4. Di Tanna Luigi, classe 1915.

Questo segmento importante della Resistenza è del tutto sconosciuto alla storiografia italiana e locale; bisogna fare di tutto affinché sia chiaro che anche il Mezzogiorno e il Molise hanno dato il loro contributo alla Liberazione dell'Italia dal nazifascismo.


Fernando Cefalogli

 

Fonte: Comune di Capracotta (a cura di), 70° anniversario distruzione di Capracotta, Proforma, Isernia 2013.

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