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Capracotta, 30 anni di storia (I)



Presentazione

Capracotta, vero baluardo del Molise, sita tra Monte Campo (1.745 m.) e Monte Capraro (1.721 m.), è il paese più alto dell'Appennino centro-meridionale e si eleva a 1.421 metri sul livello del mare.

È meta continua di sciatori, villeggianti e turisti; l'optimum ecologico va dal 15 dicembre al 30 marzo e dal 1 giugno al 15 settembre.

Come tutti i paesi montanari non mancano gli attraenti richiami di sagre alpestri e Capracotta ne vanta una molto accorsata: la "Pezzata" o "giornata dell'ospitalità", che si svolge la prima domenica di agosto tra il cupissimo verde che circonda il Rifugio e la vasta prateria circolare di Prato Gentile.

 

Signore, signori!

Mi sia consentito di esprimere agli organizzatori della Pro Loco, al Sindaco ed all'amico dott. Angelo Conti il mio più vivo ringraziamento per avermi dato la possibilità di trattare un tema di ricerca storica riguardante questa meravigliosa cittadina, ricca di tradizioni, di folklore, di bellezze naturali e di una paesaggistica intatta ed inconfondibile nella sua armonia.

A questi amici, che - con mostre e conferenze, aventi tematiche diverse, ma tutte riconducibili alla vera anima del popolo capracottese - hanno voluto rievocare ed interrogare il passato per consentire al giovane di oggi, che sarà il protagonista del domani, un miglior termine di paragone, di riflessione e di mediazione, a questi amici, dicevo, vada tutto il mio plauso.

Non nascondo, signori, che era mio vivo desiderio farmi con voi una chiacchierata alla buona, così, in famiglia, ma la mole di documenti, fatti ed avvenimenti mi ha impedito di connettere oralmente il tutto in un solo insieme, e così ho preferito scrivere per essere più preciso nella mia esposizione.

La mostra riguardante la Stampa, da me curata nella ricerca di fatti e personaggi di maggior spicco, comprende un arco di tempo di circa trent'anni: dall'ultimo decennio del secolo scorso al primo ventennio del Millenovecento; comprende - in altri termini - un lasso di tempo relativamente breve, ma molto denso di attività come spiegheremo e vedremo in seguito.

 

Condizione sociale dal 1806

Intanto, per meglio inquadrare l'argomentazione specifica, ritengo utile fare una panoramica storica e socio-economica, partendo dall'addentellato storico della feudalità, che diede ai contadini capracottesi, e non solo ad essi, la possibilità di fruire delle terre demaniali tolte alla duchessa Mariangela De Riso, ultima feudataria di Capracotta.

Queste terre, dissodate e vergini, furono molto produttive inizialmente e comunque fino al 1845 circa.

Il benessere, infatti, si fece sentire e l'ascensione demografica negli assi cartesiani ce ne dà ampia conferma: dai 1.350 capracottesi del 1806 si passò vorticosamente ai 1.690 nel 1835 ed ai 2.793 nel 1861.

Ma, signori, la coltivazione di un sudatissimo grano, a circa 1.400 metri di altezza, non ptoeva continuare all'infinito, con una terra ormai esausta ed improduttiva, a causa della mancanza di concime, dovuta al dimezzamento operato in danno della zootecnia, a cui era stato ridotto il pascolo per favorire l'agricoltura.

A questo collasso del mondo agricolo seguì quello dei pastori, una classe abbastanza numerosa, ma povera e misera; una classe costretta a sbarcare il lunario in condizioni difficilissime (al servizio dei 430 proprietari terrieri) e, comunque, già in pieno fallimenti agli inizi del 1800.

Fallite queste due classi, con un complessivo di 563 unità, era inevitabile il fallimento di altre classi che da queste traevano sostentamento di vita: sarti, scarpari, medici, avvocati, i 16 preti e i 42 mendicanti.

Ma Capracotta, paese altissimo ed orograficamente molto accidentato, non permetteva ai suoi abitanti altra alternativa per sopravvivere se non quella di rassegnarsi al proprio destino, ad una morte certa e sicura, come possiamo desumere dalla presenza di due cimiteri, uno destinanto agli "Infanti" e l'altro agli "Adulti".


Antonio Arduino


 

Fonte: A. Arduino, Capracotta: 30 anni di storia, S. Giorgio, Agnone 1986.

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